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Al Centro culturale Biotos la presentazione di "Girolamo Manetti Cusa, Architetto, Ingegnere, Fotografo"

Balarm
La redazione

Villino Di Giorgi a Palermo, Girolamo Manetti Cusa

L'Ordine degli Architetti della Provincia di Palermo e la casa editrice Mohicani Edizioni propongono giovedì 24 ottobre nei locali del Biotos di Palermo un dibattito sulla figura poliedrica di Girolamo Manetti Cusa, architetto, ingegnere e fotografo siciliano, vissuto tra la fine dell’Ottocento e il 1970, dall’Italia postunitaria agli anni della contestazione studentesca e del Sessantotto.

Interverranno Francesco Cannone, vicepresidente dell'Ordine degli Architetti di Palermo; Beatrice Agnello, editor e critica letteraria; Girolamo Alagna, autore della monografia "Girolamo Manetti Cusa. Architetto, ingegnere, fotografo (1883-1970) dal liberty alla ricostruzione", pubblicato dalla Mohicani Edizioni con prefazione di Rosanna Pirajno, scrittrice e docente universitaria di Architettura, scomparsa lo scorso anno.

Allievo del celebre architetto Ernesto Basile, Girolamo Manetti Cusa fu uno dei protagonisti dell’epoca del liberty e della ricostruzione post-bellica di Palermo. La produzione di Manetti Cusa era rivolta alla progettazione di architetture residenziali legate alla committenza privata, ma anche a progetti a committenza pubblica come l’Osservatorio Geofisico di Gibilmanna, il progetto di ricostruzione della Torre del Faro all’imbocco del Porto di Palermo del 1949, in collaborazione con l’ingegnere Ugo Fuxa, il complesso rurale di Borgo Schirò.
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L’intensa attività di Girolamo Manetti Cusa è testimoniata efficacemente, oltre che dalle architetture realizzate, molte delle quali ancora visibili, anche da una significativa documentazione grafica costituita da disegni e fotografie storiche. Tale interesse fu da lui coltivato sin da giovane, realizzando lungo tutto l’arco della sua vita, un archivio fotografico costituito da oltre cinquemila negativi. Ciò è tanto più rimarchevole in quanto la figura oggi familiare del fotografo amatoriale era agli inizi della sua attività fotografica un’eccezione riservata a pochi, anche in considerazione delle difficoltà dovute per esempio all’utilizzo di lastre di vetro trattate con gelatina al collodio, tecniche quasi esclusivamente impiegate da professionisti della fotografia.
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