Alcove, pagode e altre bizzarrie per il divertimento dei Reali: alla scoperta dei segreti della Palazzina Cinese

Il giardino "all'Italiana" della Casina Cinese a Palermo
Terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane: sono 130 quest’anno i luoghi che il Festival "Le Vie dei Tesori" apre nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre a Palermo, la città Capitale della Cultura 2018 dove la manifestazione è nata nel 2006 e dove è giunta alla sua dodicesima edizione.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Nel vedere la Palazzina cinese, così carica di rimandi al Celeste Impero, a qualche turista potrebbe venire il dubbio che anche i cinesi siano stati tra i dominatori della Sicilia. In realtà, questo edificio dalle forme e arredi bislacchi è frutto della passione per il gusto orientaleggiante che contagiò pure il re Ferdinando IV Borbone e la regina Maria Carolina, in fuga da Napoli, nel 1798.
L’architetto Giuseppe Marvuglia costruì la casina in muratura, mantenendo l’impianto di un preesistente fabbricato in legno. E aggiunse pagode, scale a lumaca, campanellini nelle ringhiere e altri decori esotici. Nel piano seminterrato la sala da ballo, al piano superiore la "tavola matematica", un originale dispositivo che consentiva il saliscendi dei piatti dalle cucine sottostanti.
La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Nel vedere la Palazzina cinese, così carica di rimandi al Celeste Impero, a qualche turista potrebbe venire il dubbio che anche i cinesi siano stati tra i dominatori della Sicilia. In realtà, questo edificio dalle forme e arredi bislacchi è frutto della passione per il gusto orientaleggiante che contagiò pure il re Ferdinando IV Borbone e la regina Maria Carolina, in fuga da Napoli, nel 1798.
L’architetto Giuseppe Marvuglia costruì la casina in muratura, mantenendo l’impianto di un preesistente fabbricato in legno. E aggiunse pagode, scale a lumaca, campanellini nelle ringhiere e altri decori esotici. Nel piano seminterrato la sala da ballo, al piano superiore la "tavola matematica", un originale dispositivo che consentiva il saliscendi dei piatti dalle cucine sottostanti.
La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili.
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