Alla scoperta della Chiesa della Santissima Trinità alla Zisa di Palermo, la cappella dei re normanni
Chiesa della Santissima Trinità alla Zisa a Palermo
Palazzi, musei, torri, terrazze, giardini segreti, ville, chiese, cripte, catacombe, bagni ebraici, vecchi aeroporti. Per il tredicesimo anno, torna la grande festa di Palermo, con "Le Vie dei Tesori", che si svolge per cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre.
La Chiesa della Santissima Trinità alla Zisa era la cappella dei re normanni, originariamente collegata, attraverso un passaggio coperto che oggi non esiste più, con la vicina Zisa.
Guglielmo I, detto il Malo, l’avrebbe trasformata da originaria moschea in luogo di culto cristiano. Poggia su un tamburo interno ottagonale con finestrelle, archi, nicchie e muqarnas che sembrano pizzi e merletti. Splendide volte a crociera nel soffitto.
Dalla terrazza una vista unica sulla Zisa e sulle ex Officine Ducrot, oggi Cantieri culturali. Da non perdere la cupola, una delle poche che ha mantenuto l’intonaco originale bianco-rosato, prima della coloritura di rosso “inventata” nell’Ottocento dall’architetto Giuseppe Patricolo per le chiese di San Giovanni degli Eremiti, San Giovanni dei Lebbrosi e San Cataldo.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
La Chiesa della Santissima Trinità alla Zisa era la cappella dei re normanni, originariamente collegata, attraverso un passaggio coperto che oggi non esiste più, con la vicina Zisa.
Guglielmo I, detto il Malo, l’avrebbe trasformata da originaria moschea in luogo di culto cristiano. Poggia su un tamburo interno ottagonale con finestrelle, archi, nicchie e muqarnas che sembrano pizzi e merletti. Splendide volte a crociera nel soffitto.
Dalla terrazza una vista unica sulla Zisa e sulle ex Officine Ducrot, oggi Cantieri culturali. Da non perdere la cupola, una delle poche che ha mantenuto l’intonaco originale bianco-rosato, prima della coloritura di rosso “inventata” nell’Ottocento dall’architetto Giuseppe Patricolo per le chiese di San Giovanni degli Eremiti, San Giovanni dei Lebbrosi e San Cataldo.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili.
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