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"Anabasi" di Daniele Franzella: visioni e narrazioni nell’era della post-verità

  • Tempio Munito Fortezza Mistica - Casa del Mutilato - Palermo
  • Dal 6 dicembre 2017 al 31 dicembre 2018 (evento concluso)
  • Visitabile da martedì a mercoledì dalle 9.00 alle 14.00, giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 20.00
  • Gratuito
  • Per info scrivere a ilsospetto.project@gmail.com 
Balarm
La redazione

Tempio munito fortezza mistica, sede della Casa del Mutilato. Photo Credit: Giacomo D'Aguanno

Il ciclo "Il sospetto", progetto di Sergio Alessandro e Helga Marsala, vede protagonista del secondo capitolo l’artista Daniele Franzella, - dalle 19 di giovedì 6 dicembre fino al 31 dicembre - in uno spazio di grande fascino, nel cuore di Palermo: la storica Casa del Mutilato, un luogo con una chiara connotazione celebrativa e commemorativa, inaugurata il 21 maggio del 1939.

Alla base del lavoro di Daniele Franzella - che nel titolo della mostra cita la celebre opera di Senofonte, in cui si narra dell’avventurosa risalita di una spedizione militare dalla costa verso l’entroterra - c’è il tentativo di decodificare e risignificare i grandi simboli collettivi, tra documenti, monumenti e iconografie note.

Le classiche tecniche scultoree e pittoriche si combinano con l'installazione e le nuove tecnologie. Un discorso per immagini intorno a elementi come il vuoto e il pieno, il celebrativo e il quotidiano, l’astratto e il narrativo, il verticale e l’orizzontale, il vero e il falso. Tutto trasmuta, si rinomina, cambia pelle e ossatura. In mostra due nuovi progetti site specific e “Agli eroi, ai folli, agli infami” (2017), un’opera monumentale. 

L’inno diffuso nell’ambiente, vagamente celebrativo, è in realtà inciso su una musicassetta e trasmesso da una vecchia autoradio. E anche in questo caso non sono chiari l’origine della partitura, l’autore, la natura. Le parole - un cut-up di discorsi celebri, inclusa una registrazione di Benito Mussolini, estratti radiofonici d'epoca - sono tagliate, capovolte, montate al contrario. Inventate sul filo di assonanze strane.

Mentre il tema musicale, che ripercorre fedelmente la struttura dell’inno e della marcia, viene rielaborato secondo stili diversi, fino a richiamare le tipiche colonne sonore del cinema di Quentin Tarantino. Ancora una volta un gioco di cortocircuiti, illusioni e disorientamenti.
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