Archeologia subacquea: a Taormina tre mostre sugli esploratori degli abissi marini

Relitto Panarea 1 ripreso dal sommergibile UBoat Wrx - Archivio Soprintendenza del Mare
Il presente e il futuro dell'archeologia subacquea in Italia sono stati al centro delle circa settanta relazioni che hanno animato il VI Convegno di Archeologia Subacquea e Rassegna Internazionale di Giardini Naxos svoltosi nei giorni scorsi a Taormina e organizzato dalla Soprintendenza del Mare, guidata da Valeria Li Vigni, e dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, che ha ospitato i lavori nel centro polifunzionale di Palazzo Ciampoli.
Il convegno ha visto la partecipazione dei massimi studiosi italiani del settore giunti a Taormina dalle università e soprintendenze di tutta Italia (presenti anche con una trentina di poster), da Spagna, Germania, da Malta e da istituti di ricerca come il Centro Nazionale delle Ricerche, l'Istituto Superiore di Conservazione e Restauro (ISCR del Mibac) e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Tre le mostre abbinate al convegno e visitabili a Palazzo Ciampoli, fino al primo dicembre dal venerdì alla domenica, dalle 9 alle 18, con ingresso gratuito.
L'esposizione "I pionieri dell'archeologia subacquea", presenta foto d'epoca e documenti d'archivio sulle prime esplorazioni sottomarine degli anni Sessanta in Sicilia.
"Storia della Soprintendenza del Mare", invece, ripercorre la best-practice siciliana (nata dalla felice intuizione di Tusa) di un ente che, oltre a fare scuola nel proprio settore a livello nazionale e internazionale, in quindici anni di attività ha contribuito in maniera significativa a definire procedure e criteri per il recupero e la valorizzazione del patrimonio sommerso del Mediterraneo, culla della civiltà europea.
Infine "Archeologia subacquea tra passato e futuro: dai pionieri alla realtà virtuale" con visori hi-tech (oculus) e un'app che consente ai visitatori di tutte le età di seguire sul proprio smartphone un breve docuvideo dove, con l'ausilio di animazioni digitali che rinnovano approccio e narrazione, si racconta la storia dei tre reperti in mostra: il rostro della Battaglia delle Egadi, potente arma da guerra che consentì alle flotte dei Romani di battere i Cartaginesi e rivoluzionare la storia del Mediterraneo nei secoli a seguire, un elmo del tipo Montefortino e un ceppo d'ancora in piombo.
Per l'occasione sarà possibile usufruire di visite guidate alle tre mostre con il supporto di giovani archeologi ogni sabato pomeriggio, dal 19 ottobre (alle ore 17) e tutte le domeniche (alle ore 10.30).
Il convegno ha visto la partecipazione dei massimi studiosi italiani del settore giunti a Taormina dalle università e soprintendenze di tutta Italia (presenti anche con una trentina di poster), da Spagna, Germania, da Malta e da istituti di ricerca come il Centro Nazionale delle Ricerche, l'Istituto Superiore di Conservazione e Restauro (ISCR del Mibac) e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Tre le mostre abbinate al convegno e visitabili a Palazzo Ciampoli, fino al primo dicembre dal venerdì alla domenica, dalle 9 alle 18, con ingresso gratuito.
L'esposizione "I pionieri dell'archeologia subacquea", presenta foto d'epoca e documenti d'archivio sulle prime esplorazioni sottomarine degli anni Sessanta in Sicilia.
"Storia della Soprintendenza del Mare", invece, ripercorre la best-practice siciliana (nata dalla felice intuizione di Tusa) di un ente che, oltre a fare scuola nel proprio settore a livello nazionale e internazionale, in quindici anni di attività ha contribuito in maniera significativa a definire procedure e criteri per il recupero e la valorizzazione del patrimonio sommerso del Mediterraneo, culla della civiltà europea.
Infine "Archeologia subacquea tra passato e futuro: dai pionieri alla realtà virtuale" con visori hi-tech (oculus) e un'app che consente ai visitatori di tutte le età di seguire sul proprio smartphone un breve docuvideo dove, con l'ausilio di animazioni digitali che rinnovano approccio e narrazione, si racconta la storia dei tre reperti in mostra: il rostro della Battaglia delle Egadi, potente arma da guerra che consentì alle flotte dei Romani di battere i Cartaginesi e rivoluzionare la storia del Mediterraneo nei secoli a seguire, un elmo del tipo Montefortino e un ceppo d'ancora in piombo.
Per l'occasione sarà possibile usufruire di visite guidate alle tre mostre con il supporto di giovani archeologi ogni sabato pomeriggio, dal 19 ottobre (alle ore 17) e tutte le domeniche (alle ore 10.30).
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