"Arte e Tradizione del Costume in Sicilia": abiti folkloristici in una mostra ad Agrigento
Bardatura di carretto siciliano lavorata a mano
In occasione della 74esima edizione della Festa del Mandorlo in Fiore (leggi l'articolo di approfondimento) il Museo archeologico regionale "Pietro Griffo" ospita dal 2 al 22 marzo la mostra "Arte e Tradizione del Costume in Sicilia. Memoria e Identità dalle collezioni private" a cura della storica dell'arte Doresita Marino.
Un racconto sulla storia del costume e della moda in Sicilia e del territorio agrigentino, ponendo l’attenzione ai suoi molteplici aspetti: artistico, storico, antropologico-sociale, e popolare; attraverso le opere di artigiani e dei più importanti collezionisti della Sicilia.
Se da un lato il Costume rivela, attraverso il suo sfarzo artistico ricamato e i pregiati tessuti elaborati ad opera d'arte, i suoi modelli stilistici, dall’altra diventa racconto della storia della Sicilia abbracciando uno dei periodi più importanti: quello della vestizione rituale-culturale dall’Ottocento al Novecento.
Gli abiti si prestano come sipario inaugurale della festa del folklore che guarda alla vestizione culturale del costume nella tradizione dell’opera dei pupi, con le guarnite fogge dei pupi di Franco Cuticchio di Palermo, e le bardature in seta dei cavalli dei carretti siciliani lavorate a mano.
Un'esplosione di colori accesi, dalle abili mani di Melchiorre e Giovanni Di Salvo di Bagheria, ponendo un'attenta riflessione alla differenza, nell’ampio panorama che caratterizza il costume in Sicilia, tra tradizione del folklore e tradizione folkloristica.
Un racconto sulla storia del costume e della moda in Sicilia e del territorio agrigentino, ponendo l’attenzione ai suoi molteplici aspetti: artistico, storico, antropologico-sociale, e popolare; attraverso le opere di artigiani e dei più importanti collezionisti della Sicilia.
Se da un lato il Costume rivela, attraverso il suo sfarzo artistico ricamato e i pregiati tessuti elaborati ad opera d'arte, i suoi modelli stilistici, dall’altra diventa racconto della storia della Sicilia abbracciando uno dei periodi più importanti: quello della vestizione rituale-culturale dall’Ottocento al Novecento.
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L’esposizione mette a confronto la borghesia con le classi rurali subalterne attraverso l'esposizione di due importanti collezioni ottocentesche, quella di Vincenzo Frangiamore di Agrigento e la preziosa collezione di Milco Dalacchi di Naro con gli abiti della famiglia Gaetani fondatrice della "Festa del Mandorlo" nel 1937 a Naro.Gli abiti si prestano come sipario inaugurale della festa del folklore che guarda alla vestizione culturale del costume nella tradizione dell’opera dei pupi, con le guarnite fogge dei pupi di Franco Cuticchio di Palermo, e le bardature in seta dei cavalli dei carretti siciliani lavorate a mano.
Un'esplosione di colori accesi, dalle abili mani di Melchiorre e Giovanni Di Salvo di Bagheria, ponendo un'attenta riflessione alla differenza, nell’ampio panorama che caratterizza il costume in Sicilia, tra tradizione del folklore e tradizione folkloristica.
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