Bach tra Sacro e Profano: a Palermo il concerto con il "Musica antica ensemble"
Appuntamento domenica 8 giugno, alle 19.00, nell'Oratorio di San Mercurio con il concerto dal titolo "Bach Sacro e Profano: cantate e concerti" che vede protagonista "iL Serpotta - Musica antica ensemble".
Il soprano Picci Ferrari è accompagnato dall'ensemble composta da: Maria Novella Menicacci - traversiere; Gioacchino Comparetto - oboe barocco; Gabriele Politi - violino primo; Iben Bøgvad Kejser - violino secondo; Sara Bagnati - viola; Daniele Lorefice - violoncello; Marco Lo Cicero - violone e Basilio Timpanaro - clavicembalo e concertazione.
Il programma presenta alcune delle più famose cantate composte da Bach per voce di Soprano e strumenti.
Tra queste vi è la più famosa delle cantate profane, la cantata BWV 202 “Weichet nür, betrübte Schatten”, composta in occasione di festeggiamenti nuziali.
Il testo pone l’accento sulla natura che si risveglia, i fiori che sbocciano, le giornate che diventano meno fredde, Amore che cerca i piaceri che però, a differenza di quanto avviene nella natura con l’alternarsi delle stagioni, sono duraturi.
La cantata BWV 82 “Ich habe genug”, di cui è in programma la prima e più famosa aria, che dà il titolo all'intera cantata, è una cantata sacra composta in occasione della Purificazione di Maria e musicata su testo di autore sconosciuto, ispirato dal Vangelo di Luca.
La Cantata del caffè, BWV 211, di cui sono in programma le due arie di Lieschen, è una cantata di carattere umoristico, che ruota attorno al conflitto tra un padre, Schlendrian, e sua figlia, Lieschen, che è totalmente dipendente dal caffè, bevanda diventata molto popolare nell’epoca di Bach.
Schlendrian è talmente esasperato dall'abitudine della figlia che la minaccia persino di non darla in matrimonio se continuerà a bere; ma Lieschen dichiara che non può vivere senza il “dolce caffè” e che, comunque, accetterebbe solo un uomo che le permettesse di continuare a berlo!
Il programma è completato dal Concerto per Clavicembalo e archi in Re Maggiore, BWV 1054, che appartiene al periodo della maturità di Bach; tuttavia in questo, come in altri casi, si tratta di una trascrizione, o meglio adattamento, per il cembalo di un precedente Concerto per violino, quello in Mi maggiore (BWV 1042), la cui composizione risale agli anni di Köthen (1718).
Qui, dove prestava servizio come maestro di cappella e direttore della musica da camera presso la corte del principe Leopoldo, Bach compose la maggior parte delle sue opere strumentali di natura secolare: oltre alle numerosissime composizioni per organo e clavicembalo, risalgono a questo periodo i vari Concerti strumentali, tra cui i Concerti Brandeburghesi, e le Suite Orchestrali.
Pur seguendo abbastanza fedelmente l'originale per violino, nella versione cembalistica Bach sceglie soluzioni ritmiche e virtuosistiche che valorizzano la tecnica peculiare dello strumento a tastiera, soprattutto nel vorticoso finale in forma di rondò.
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