"Barbablù": Mario Incudine sul palco del Teatro di Donnafugata di Ragusa
Fra castelli incantati e chiavette magiche, amori infiniti e amori tragicamente distrutti, la storia di un uomo in un posto senza spazio, in un tempo che non c’è.
Al Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla, venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 dicembre alle 20.30, andrà in scena "Barbablù", uno degli appuntamenti più attesi di questa stagione, con la regia di Moni Ovadia.
Uno spettacolo da non perdere per due ragioni: la prima è che a firmarne la scrittura è Costanza DiQuattro, una delle direttrici artistiche del teatro barocco: con la sua penna raffinata, elegante, sceglie di narrare l’uomo, più che le sue azioni, lasciandone emergere l’essenza di bambino ferito, di amante frustrato, di figlio non amato. Un Barbablù che si confida, insomma, e lo fa con l’intensità espressiva di Mario Incudine, il secondo motivo per cui lo spettacolo è da vedere.
Un monologo profondo che traccerà il ritratto del personaggio passato alla storia come il cattivo per eccellenza, dei suoi setti amori vissuti, delle sue sette vite distrutte fino all’ultima, l’unica per la quale valeva la pena fermarsi. Lo spettacolo nei giorni scorsi ha debuttato al Carcano di Milano, riscuotendo applausi e apprezzamenti. Le musiche sono dello stesso Incudine e saranno eseguite da Antonio Vasta.
Come di consueto, gli appuntamenti sono accompagnati dall’AperiTeatro a cura di FarEventi.
Al Teatro Donnafugata di Ragusa Ibla, venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 dicembre alle 20.30, andrà in scena "Barbablù", uno degli appuntamenti più attesi di questa stagione, con la regia di Moni Ovadia.
Uno spettacolo da non perdere per due ragioni: la prima è che a firmarne la scrittura è Costanza DiQuattro, una delle direttrici artistiche del teatro barocco: con la sua penna raffinata, elegante, sceglie di narrare l’uomo, più che le sue azioni, lasciandone emergere l’essenza di bambino ferito, di amante frustrato, di figlio non amato. Un Barbablù che si confida, insomma, e lo fa con l’intensità espressiva di Mario Incudine, il secondo motivo per cui lo spettacolo è da vedere.
Un monologo profondo che traccerà il ritratto del personaggio passato alla storia come il cattivo per eccellenza, dei suoi setti amori vissuti, delle sue sette vite distrutte fino all’ultima, l’unica per la quale valeva la pena fermarsi. Lo spettacolo nei giorni scorsi ha debuttato al Carcano di Milano, riscuotendo applausi e apprezzamenti. Le musiche sono dello stesso Incudine e saranno eseguite da Antonio Vasta.
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