"Buzzatiana": in scena a Palazzo Riso due racconti noir ispirati a Dino Buzzati

L'attore e regista Dario Ferrari
Per la seconda edizione della rassegna "Settembre al Riso" la Compagnia LiberiTeatri di Palermo, fondata dagli attori e registi Dario Ferrari e Nina Lombardino, porta in scena una pièce teatrale, Buzzatiana, liberamente ispirata ai testi del celebre scrittore Dino Buzzati.
Lo spettacolo è l’adattamento di due suoi racconti noir: "La giacca stregata" e "I Topi", entrambi contenuti ne "La boutique del mistero" un’antologia di racconti pubblicata per la prima volta nel 1968 da Mondadori con il titolo "La boutique del mistero: 31 storie di magia quotidiana".
Nel primo racconto, La giacca Stregata, il protagonista fa la conoscenza di un eccezionale sarto, che gli crea una fantastica giacca, dalla cui tasca escono soldi.
Ogni volta che ciò accade, tuttavia, si verificano altrettante azioni criminali. Il protagonista si arricchisce enormemente, ma poi, roso dal rimorso per tutti i reati che lui non ha commesso personalmente, ma che sono comunque legati a quella giacca (e lui è l’unico ad accorgersene), decide di bruciarla ritorna più povero di prima.
Nel secondo racconto, I Topi, interpretato da Nina Lombardino, il narratore è amico della famiglia Corio, nella cui villa di campagna era sempre stato invitato per passare l’estate. Ma quest’anno l’invito non c’è stato, ed egli spiega narrando a ritroso (attraverso flashback) il perché.
Negli anni precedenti si era fatta sempre più invadente in quella casa la presenza dei topi. Questi, nel corso del racconto, finiscono per occupare la casa, fino a rendere i membri della famiglia Corio loro schiavi. L’atmosfera che si respira in questo racconto è quella di alcuni film, come "Gli uccelli" di Hitchcock, in cui gli animali, finalmente, si vendicano dell’uomo, fino a sottometterlo.
«Il teatro mette l’uomo in una situazione completamente diversa dalla vita normale. Ed è per questo che è affascinante. Quando entri nel mondo del teatro, entri nella favola, entri nella fantasia, entri nel mito, entri nella droga. Il teatro è una droga.»
Questo era il teatro per Buzzati, un autore che si è reso, attraverso i suoi lavori, portavoce dei profondi cambiamenti culturali e sociali del suo tempo. Cambiamenti che si riflettono nelle sue pièce, in cui si passa dal linguaggio levigato, traslucido con cui nei primi testi affronta tematiche esistenziali, allo stile più quotidiano e ironico, velato di grottesco sarcasmo, con cui negli anni Sessanta descrive la realtà sociale e i fatti di cronaca.
Lo spettacolo è l’adattamento di due suoi racconti noir: "La giacca stregata" e "I Topi", entrambi contenuti ne "La boutique del mistero" un’antologia di racconti pubblicata per la prima volta nel 1968 da Mondadori con il titolo "La boutique del mistero: 31 storie di magia quotidiana".
Nel primo racconto, La giacca Stregata, il protagonista fa la conoscenza di un eccezionale sarto, che gli crea una fantastica giacca, dalla cui tasca escono soldi.
Ogni volta che ciò accade, tuttavia, si verificano altrettante azioni criminali. Il protagonista si arricchisce enormemente, ma poi, roso dal rimorso per tutti i reati che lui non ha commesso personalmente, ma che sono comunque legati a quella giacca (e lui è l’unico ad accorgersene), decide di bruciarla ritorna più povero di prima.
Nel secondo racconto, I Topi, interpretato da Nina Lombardino, il narratore è amico della famiglia Corio, nella cui villa di campagna era sempre stato invitato per passare l’estate. Ma quest’anno l’invito non c’è stato, ed egli spiega narrando a ritroso (attraverso flashback) il perché.
Negli anni precedenti si era fatta sempre più invadente in quella casa la presenza dei topi. Questi, nel corso del racconto, finiscono per occupare la casa, fino a rendere i membri della famiglia Corio loro schiavi. L’atmosfera che si respira in questo racconto è quella di alcuni film, come "Gli uccelli" di Hitchcock, in cui gli animali, finalmente, si vendicano dell’uomo, fino a sottometterlo.
«Il teatro mette l’uomo in una situazione completamente diversa dalla vita normale. Ed è per questo che è affascinante. Quando entri nel mondo del teatro, entri nella favola, entri nella fantasia, entri nel mito, entri nella droga. Il teatro è una droga.»
Questo era il teatro per Buzzati, un autore che si è reso, attraverso i suoi lavori, portavoce dei profondi cambiamenti culturali e sociali del suo tempo. Cambiamenti che si riflettono nelle sue pièce, in cui si passa dal linguaggio levigato, traslucido con cui nei primi testi affronta tematiche esistenziali, allo stile più quotidiano e ironico, velato di grottesco sarcasmo, con cui negli anni Sessanta descrive la realtà sociale e i fatti di cronaca.
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