Cartoon, videogiochi e politica: "Pyongyang Rhapsody. The Summit of Love" al padiglione Zac
"A hungry man is an angry man!" (2019) di Max Papeschi
Le opere di Max Papeschi e Max Ferrigno si incontrano in un dialogo artistico per la prima volta a Palermo: "Pyongyang Rhapsody. The Summit of Love" è la mostra allestita lungo le pareti di ZAC, padiglione d'arte contemporanea dei Cantieri alla Zisa, dal 24 gennaio al 24 marzo.
ln mostra una rilettura dell'incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader nord-koreano Kim Jong-un: un momento celebrato in modo quasi surreale dai media di tutto il mondo che dai due artisti contemporanei viene parodizzato e analizzato.
Max Papeschi non è nuovo allo scandalo: nel corso della sua carriera ha prodotto concept decisamente "politically incorrect" come "Welcome to North Korea". Max Ferrigno invece si muove sui binari più delicati dell'osservazione: mentre Papeschi irride, Ferrigno rilegge.
Se Papeschi decontestualizza l'immagine politica dei due leader inserendoli in contesti di immediata comprensione come videogiochi, tele di Leonardo o Botticelli e cartoni animati, Ferrigno si dedica ai simboli dei regimi totalitarsiti: 70 bandiere e un altare con due ritratti pop delle sue pin-up politicizzate dalla divisa.
La mostra, promossa dal Comune di Palermo, organizzata dalla Fondazione Jobs e curata da Laura Francesca di Trapani, è stata prorogata fino al 24 aprile.
ln mostra una rilettura dell'incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader nord-koreano Kim Jong-un: un momento celebrato in modo quasi surreale dai media di tutto il mondo che dai due artisti contemporanei viene parodizzato e analizzato.
Max Papeschi non è nuovo allo scandalo: nel corso della sua carriera ha prodotto concept decisamente "politically incorrect" come "Welcome to North Korea". Max Ferrigno invece si muove sui binari più delicati dell'osservazione: mentre Papeschi irride, Ferrigno rilegge.
Se Papeschi decontestualizza l'immagine politica dei due leader inserendoli in contesti di immediata comprensione come videogiochi, tele di Leonardo o Botticelli e cartoni animati, Ferrigno si dedica ai simboli dei regimi totalitarsiti: 70 bandiere e un altare con due ritratti pop delle sue pin-up politicizzate dalla divisa.
La mostra, promossa dal Comune di Palermo, organizzata dalla Fondazione Jobs e curata da Laura Francesca di Trapani, è stata prorogata fino al 24 aprile.
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