"Cenere: delitto e castigo" di Calascibetta e Orphèe, l'installazione e racconto intorno al sistema dell'Arte
Opera di Momò Calascibetta
Si dice che l'assassino è sempre sul luogo del delitto; in questo caso sono i luoghi a inseguire gli assassini. Momò Calascibetta e Dario Orphèe tornano con la rassegna itinerante "Cenere", inaugurata alla Farm Cultural Park di di Favara lo scorso 16 giugno, e che ha già toccato il Polo Museale Antonio Cordici di Erice, l'ex chiesa di San Giovanni a Gela, Palazzo La Rocca a Ragusa e il Museo Mandralisca a Cefalù.
E non è certo un caso che gli autori, su cui ricade la colpa di aver ucciso e seppellito i potenti dell'arte in Sicilia, - Dario Orphée ha raccontato di una mostra nata morta, mentre Momò Calascibetta i morti li ha risuscitati sigillandoli in loculi di 69x69 centimetri - se ne siano accorti proprio a Lentini, patria di quel sofista che, arrivando a teorizzare l’innocenza di Elena, non era lontano dall’ammettere l’universalità del male: se tutti sono innocenti, nessuno è incolpevole.
Nato ad Agrigento, Dario Orphée ha conseguito la maturità scientifica e la laurea magistrale in filosofia. Insegna Estetica ed Etica della Comunicazione presso l’Accademia di Belle Arti di Agrigento e Progettazione delle Professionalità presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Critico e curatore indipendente, collabora con numerose riviste – scrivendo di critica d’arte e teatrale, estetica, filosofia della natura e filosofia dell’agricoltura. Attualmente si occupa dello studio del sentimento, di gnoseologia dell’arte, di estetica ecobiologica e di scienze naturali.
E non è certo un caso che gli autori, su cui ricade la colpa di aver ucciso e seppellito i potenti dell'arte in Sicilia, - Dario Orphée ha raccontato di una mostra nata morta, mentre Momò Calascibetta i morti li ha risuscitati sigillandoli in loculi di 69x69 centimetri - se ne siano accorti proprio a Lentini, patria di quel sofista che, arrivando a teorizzare l’innocenza di Elena, non era lontano dall’ammettere l’universalità del male: se tutti sono innocenti, nessuno è incolpevole.
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Momò Calascibetta nasce a Palermo e si laurea in architettura ma sceglie di dedicarsi esclusivamente alla pittura. I suoi personaggi conservano l’imprinting del mito più alto e; i suoi "relitti umani" divorano con cupidigia, godono e si preparano all’atto unico, forse finale, dell’effusione amorosa, della totale consunzione carnale dell’individuo, del deliquio dei sensi nella sfrenatezza di un’avida passione. Nato ad Agrigento, Dario Orphée ha conseguito la maturità scientifica e la laurea magistrale in filosofia. Insegna Estetica ed Etica della Comunicazione presso l’Accademia di Belle Arti di Agrigento e Progettazione delle Professionalità presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Critico e curatore indipendente, collabora con numerose riviste – scrivendo di critica d’arte e teatrale, estetica, filosofia della natura e filosofia dell’agricoltura. Attualmente si occupa dello studio del sentimento, di gnoseologia dell’arte, di estetica ecobiologica e di scienze naturali.
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