Le suggestioni del jazz manouche con "Gypsiology" di Roberto Gervasi e Thomas Kretzschmar

Una fisarmonica, un violino, una chitarra manouche, un contrabbasso. Ritmi gitani e sfrenati, poi lenti, poi nuovamente tra swing e jazz: il terzo appuntamento con la nuova stagione di concerti sotto la direzione di Giuseppe Milici al Palermo Jazz Club, ripropone la musica di "Hot Club de France" di Django Reinhardt e Stephane Grappelli grazie al Roberto Gervasi e Thomas Kretzschmar Quartet.
Quattro musicisti eccezionali, quelli che si esibiscono durante questa serata: il talento alla fisarmonica di Roberto Gervasi non poteva trovare compagnia migliore della chitarra manouce di Yannis Costans e del contrabbasso di Camille Wolfrom, ma l'apporto al violino del giovane francesce Thomas Kretzschmar è stato fondamentale per dare vita a “Gypsiology”.
Ma cos'è "Gipsiology"? Un insieme di sound, una forte fusione di suoni: un progetto italo-francese che trae ispirazione dalle sonorità swing e jazz, che per nascere doveva necessariamente contare su quattro musicisti che avessero alle spalle tutta l'esperienza del caso.
Così si ritrovano Kretzschmar, che ha scoperto il violino ad otto anni e studia duramente prima di consacrarsi pienamente al jazz manouche, Gervasi,che nonostante nonostante la sua giovane età è uno dei pochi fisarmonicisti siciliani a essere conosciuto per la sua versatilità musicale, Constans giovane chitarrista autodidatta di Toulouse e Wolfrom, che ha iniziato a studiare a soli 7 anni.
Le esperienze di questi musicisti si intrecciano talmente alla perfezione da generare profondo stupore in chi ascolta, uno stupore che si estende alla loro capacità di regalare un'esperienza entusiasmante e al contempo suggestiva.
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