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Dissacrante ironia sul sistema dell'Arte Contemporanea: le opere della rassegna "Cenere" a Palermo

Danilo Maniscalco
Architetto, artista e attivista, storico dell'arte

Opera di Momò Calascibetta

La mostra "Cenere", dell'artista Momo Calascibetta e a cura di Andrea Guastella, è un curioso frame cimiteriale composto da 19 elementi quadrati di 69 cm di lato cadauno, accompagnati da un leggio contenente un racconto di Dario Orphee La Mendola, un autoritratto dell'artista palermitano, una scultura e alcuni ex voto: ecco cosa c'è allestito alla Cappella dell’Incoronazione (dal 23 maggio al 13 giugno) presidio decentrato del Polo Museale Regionale d'arte Moderna e Contemporanea di Palermo.

Concepita da un pittore espressionista, ironico e dissacrante, e da un giovane scrittore, Cenere è una riflessione sul sistema dell’arte siciliana – da sempre “serra calda” di innovative elaborazioni culturali – e in generale sul rapporto tra arte e potere. Come in un retablo medioevale, le effigi dei "potenti" – critici, galleristi, collezionisti, curatori, direttori di museo –sono difatti immortalate in una macchina scenica riproducente un curioso cimitero.
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Una riflessione sul sistema dell'arte siciliana ed il suo rapporto con il potere? Non lo so e forse non mi interessa e non dovrebbe interessare più di tanto nemmeno i cittadini palermitani che potranno finalmente ammirare i lavori surreali e provocatori di un maestro barocco casualmente vissuto nel XXI secolo tra Milano e la Sicilia (semicit.).

Sicilia in cui l’ironico artista del Daveriano Gelato di Tariq e della giocosa piazza della Vergogna, gira da circa un anno con la sua "Cenere", da Favara a Erice, da Gela a Ragusa, da Cefalù a Lentini, quindi a Termini e dunque nella mitica capitale della cultura 2018.

Perché visitare "Cenere"? Semplicemente perché l'ironia come sfumatura della libertà di espressione rappresenta un valore costituzionale,  perché l'arte non contempla barriere e soprattutto censorie, perché esiste una maestria esemplare nelle opere di questo architetto, che avendo avuto Gregotti come relatore di tesi, ha preferito volgere la propria ricerca artistica verso la pittura, affinando una tecnica personale che né descrive la cifra stilistica in forma di firma.

Oggi e non solo da oggi, l'arte di Momò Calascibetta è riconoscibile a km di distanza e la sua forza espressiva convince perché pienamente immersa nel solco della storia dell'arte, dal Surrealismo all’Espressionismo passando per la Pop Art ed uno straordinario decorativismo a tratti Neo-Liberty.

Provocatorio, dirompente a tratti intrappolato nell’onirico, narratore di storie complicate ma sempre vicine alla realtà, sempre presente all'interno delle collettive palermitane presso gallerie e sedi istituzionali, la sua ultima personale nella città del sacco edilizio, risale al 2005 con la mostra "Punto e Capo" presso lo spazio culturale ormai estinto del giardino delle Muse.

Io gli ho chiesto cosa rappresenti per lui "Cenere" e questa è la risposta: «Ho iniziato "Cenere" con un carico di ironia, quel poco che basta per destare le coscienze e Palermo “felicissima” ha voluto la mia mostra come tutte le altre città siciliane. È stato Andrea Bartoli, che è raffigurato nell'installazione, il primo ad esporlo iniziando il tour per oltre tre mesi alla Far di Favara. A Messina si concluderà simbolicamente la prima fase, dopo si attraverserà lo stretto per continuare il giro nelle città italiane a partire da Milano, città in cui vivo da trent'anni. Il mio è un omaggio a quegli operatori culturali siciliani che con tanto coraggio e dedizione difendono e mitizzano la creatività dell'isola.  Cenere vola e rigenera tutti noi».

La rassegna itinerante ha toccato (oltre alla Farm) il Polo Museale A. Cordici di Erice, l’ex chiesa di San Giovanni a Gela, Palazzo La Rocca a Ragusa, il Museo Mandralisca a Cefalù, Palazzo Beneventano a Lentini e il Museo Civico di Termini Imerese: dovunque sia arrivata, "Cenere" ha generato curiosità e divertito i fruitori più importanti delle mostre, i cittadini, adesso tocca a Palermo accoglierla.
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