"Divergenze americane nella grande recessione": la presentazione del libro di Daniele Pompejano
Il libro di Daniele Pompejano - che viene presentato l'11 dicembre, all'aula Dems a Palermo - mostra gli effetti della crisi economica del 2008 in America Latina, rappresenta quindi un contributo importante per capire al meglio quanto sta accadendo oggi in paesi quali il Cile, la Bolivia, l'Ecuador, il Brasile e il Venezuela.
"Quando lo sviluppo del capitalismo diventa un sottoprodotto dell'attività di un casinò di giuoco, è probabile si commettano errori", scriveva J.M.Keynes ottant'anni fa. La Grande Recessione del 2007 quella profezia la avvera. Una crisi radicalmente diversa da quella degli anni Trenta, e anche dalla crisi del debito degli anni Ottanta.
L'origine meno prossima: il mercato del dollaro - merce rara ma assai appetita sin dal 1944 - e il mercato finanziario dagli anni Ottanta all'attacco alle Torri Gemelle.
Una riconvergenza pare manifestarsi fra paesi sviluppati e aree arretrate nella crescita economica e nei sistemi democratici. Se si esamina l'America Latina e la si confronta con gli USA, la divergenza però si ripropone ma capovolta: un ciclo di crisi si abbatte sui paesi più sviluppati, mentre le economie emergenti crescono. Il Brasile detiene addirittura quote del debito statunitense.
"Quando lo sviluppo del capitalismo diventa un sottoprodotto dell'attività di un casinò di giuoco, è probabile si commettano errori", scriveva J.M.Keynes ottant'anni fa. La Grande Recessione del 2007 quella profezia la avvera. Una crisi radicalmente diversa da quella degli anni Trenta, e anche dalla crisi del debito degli anni Ottanta.
L'origine meno prossima: il mercato del dollaro - merce rara ma assai appetita sin dal 1944 - e il mercato finanziario dagli anni Ottanta all'attacco alle Torri Gemelle.
Una riconvergenza pare manifestarsi fra paesi sviluppati e aree arretrate nella crescita economica e nei sistemi democratici. Se si esamina l'America Latina e la si confronta con gli USA, la divergenza però si ripropone ma capovolta: un ciclo di crisi si abbatte sui paesi più sviluppati, mentre le economie emergenti crescono. Il Brasile detiene addirittura quote del debito statunitense.
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