Donato Renzetti e Stefano Sorrentino debuttano al Politeama Garibaldi: i concerti
Ha sempre mantenuto un rapporto di affetto e stima con l’Orchestra Sinfonica Siciliana, che ha diretto sin dalla fine degli anni '70. Dopo quasi cinque anni di assenza il celebre direttore Donato Renzetti, ospite d’eccezione di una stagione di eccellenze quale quella 2021/2022 della Foss, torna al Politeama Garibaldi a dirigere i concerti di venerdì 14 (ore 21.00) e sabato 15 gennaio (ore 17.30).
Raffinato e coinvolgente il programma di questi due attesi appuntamenti, che propongono la "Sinfonia n. 2 in mi minore op. 27" di Sergej Rachmaninov e la suite orchestrale tratta dal balletto "La giara", capolavoro di Alfredo Casella, opera in cui sarà impegnato il tenore napoletano Stefano Sorrentino, che interpreterà "La storia della fanciulla rapita dai pirati", cantata del secondo movimento della Suite sinfonica.
Sul palco del Politeama con Renzetti, anche il tenore campano Stefano Sorrentino, formatosi con Luca Canonici, Bruno Praticò e Renata Scotto.
Vasto il repertorio lirico di Sorrentino che dal realismo di "Pagliacci" di Leoncavallo, grazie alla duttilità della voce, può arrivare a ruoli verdiani e pucciniani, ma anche al classicismo della scuola musicale napoletana, interpretando opere di Domenico Cimarosa, senza tralasciare le impervie e immortali tessiture rossiniane.
Raffinato e coinvolgente il programma di questi due attesi appuntamenti, che propongono la "Sinfonia n. 2 in mi minore op. 27" di Sergej Rachmaninov e la suite orchestrale tratta dal balletto "La giara", capolavoro di Alfredo Casella, opera in cui sarà impegnato il tenore napoletano Stefano Sorrentino, che interpreterà "La storia della fanciulla rapita dai pirati", cantata del secondo movimento della Suite sinfonica.
Sul palco del Politeama con Renzetti, anche il tenore campano Stefano Sorrentino, formatosi con Luca Canonici, Bruno Praticò e Renata Scotto.
Vasto il repertorio lirico di Sorrentino che dal realismo di "Pagliacci" di Leoncavallo, grazie alla duttilità della voce, può arrivare a ruoli verdiani e pucciniani, ma anche al classicismo della scuola musicale napoletana, interpretando opere di Domenico Cimarosa, senza tralasciare le impervie e immortali tessiture rossiniane.
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