Elena nel labirinto: a Palazzo Branciforte la mostra fotografica del "poeta della luce" Paolo Morello
Una foto della mostra "Elena nel labirinto" di Paolo Morello
C'è un labirinto ligneo in cui si perdono anime e ricordi di una Palermo nascosta dal tempo. Un luogo di grande evocazione in cui le donne - soprattutto loro - andavano a consegnare gli ultimi averi per continuare a vivere: corredi, ori, oggetti intimi. Erano, questi, molto di più di beni materiali. Erano sogni, erano speranze, ancora aggrappati, impigliati, nelle travi del Monte dei pegni di Santa Rosalia, a Palazzo Branciforte.
Proprio questo luogo ospita, dal 13 novembre al 16 gennaio, la mostra "Elena nel labirinto" di Paolo Morello, fotografo e studioso di lungo corso (con inaugurazione venerdì 12 novembre alle ore 18.00)
Un percorso composto da venti opere inedite dell'artista palermitano apprezzato in tutto il mondo. Ritratti in bianco e nero in cui si sprigiona tutta la luce dell'anima di una donna. Sguardi di intimità condivisa.
Morello, grazie alla sua sapiente conoscenza della tecnica fotografica, dà vita ad un processo alchemico trasformando la luce in poesia. Un viaggio nell’anima, alla scoperta dell’essenza più intima delle protagoniste.
Eccola, dunque, Elena: il personaggio della classicità evocante l'assoluto delle forme umane che diventa, nella luce di Morello, mistero universale. Un archetipo di bellezza qui proiettata nel suo labirinto di umana povertà. Se ben si guarda, in questo paradosso ci sono Palermo e tutte le sue contraddizioni, che amiamo alla follia».
Proprio questo luogo ospita, dal 13 novembre al 16 gennaio, la mostra "Elena nel labirinto" di Paolo Morello, fotografo e studioso di lungo corso (con inaugurazione venerdì 12 novembre alle ore 18.00)
Un percorso composto da venti opere inedite dell'artista palermitano apprezzato in tutto il mondo. Ritratti in bianco e nero in cui si sprigiona tutta la luce dell'anima di una donna. Sguardi di intimità condivisa.
Morello, grazie alla sua sapiente conoscenza della tecnica fotografica, dà vita ad un processo alchemico trasformando la luce in poesia. Un viaggio nell’anima, alla scoperta dell’essenza più intima delle protagoniste.
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«È il poeta della luce - afferma il curatore della mostra Lorenzo Matassa - ma non solo di quella che le sue opere promanano dai ritratti. Alludo alla luce dell'anima che ogni donna consegna a chi la guarda. È una singolare inversione di prospettiva che già il poeta Goethe aveva descritto e che può sintetizzarsi nell'idea che l'occhio vede ciò che la mente conosce. L’arte, cioè, consegna il dono della bellezza a coloro che sanno vedere.Eccola, dunque, Elena: il personaggio della classicità evocante l'assoluto delle forme umane che diventa, nella luce di Morello, mistero universale. Un archetipo di bellezza qui proiettata nel suo labirinto di umana povertà. Se ben si guarda, in questo paradosso ci sono Palermo e tutte le sue contraddizioni, che amiamo alla follia».
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