Fabio Giannetto e l'identità di genere: la mostra fotografica "Oltre gli arcobaleni" a Palazzo delle Aquile
Massimo in una foto di Fabio Giannetto per il progetto "Oltre gli arcobaleni"
Il prossimo 28 giugno si svolgerà il Palermo Pride, la manifestazione dell'orgoglio delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transessuali, asessuali, intersessuali e queer.
In vista dell'evento quindici scatti di Fabio Giannetto (Palermo, 1985) celebrano l'identità di genere con la mostra "Oltre gli arcobaleni" allestita nell'atrio di palazzo delle Aquile da domenica 23 a domenica 30 giugno, il cui titolo spiega molto sulla filosofia alla base dell'iniziativa.
I volti di transessuali vengono esposti come geometrie umane e liquide che vanno oltre le barriere e gli schemi rigidi che spesso le categorizzazioni sociali cercano di imporre. Giannetto ha cercato di immortalarli nella quotidianità, confrontandosi con ognuno di loro e con l'ambiente circostante.
Non si tratta quindi di una semplice espressione tecnica, ma di una riflessione: il fotografo presenta nei suoi scatti il risultato di un incontro, nel quale i soggetti sono presentati esclusivamente nella loro personalità e azione, e non nel loro aspetto fisico.
In realtà, la maggior parte dei casi di discriminazione non ha motivazioni ideologiche, ma è l'espressione di ignoranza, paure diffuse, pregiudizi e, in generale, di mancanza di empatia.
Il primo passo è l’educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione e la promozione ad ogni livello di rispetto della persona e delle differenze senza alcuna distinzione. Ed è con questo obiettivo che la mostra intende aprire nuove prospettive di lettura sulla identità di genere.
Fabio Giannetto cresce con un'educazione all'immagine e alla narrazione che lo spingono a seguire gli studi in Cinema a La Sapienza di Roma. Successivamente si stabilisce a Londra, dove impara l'accoglienza e l'umiltà, il vero incontro con il diverso e l'altro.
Quei volti e personalità multicolore, misti a stimoli materni, lo portano verso una forma di creazione visuale antica ma mai vecchia: la fotografia.
Conseguiti gli studi in tecniche e pratiche fotografiche a Londra, inizia un viaggio esplorativo in questa forma espressiva, dove l'immagine ferma racconta una storia scolpita dalla luce e dallo sguardo, dall'interazione del soggetto con l'ambiente e il fotografo e dalle pennellate di colore in presa diretta o post-produzione.
In vista dell'evento quindici scatti di Fabio Giannetto (Palermo, 1985) celebrano l'identità di genere con la mostra "Oltre gli arcobaleni" allestita nell'atrio di palazzo delle Aquile da domenica 23 a domenica 30 giugno, il cui titolo spiega molto sulla filosofia alla base dell'iniziativa.
I volti di transessuali vengono esposti come geometrie umane e liquide che vanno oltre le barriere e gli schemi rigidi che spesso le categorizzazioni sociali cercano di imporre. Giannetto ha cercato di immortalarli nella quotidianità, confrontandosi con ognuno di loro e con l'ambiente circostante.
Non si tratta quindi di una semplice espressione tecnica, ma di una riflessione: il fotografo presenta nei suoi scatti il risultato di un incontro, nel quale i soggetti sono presentati esclusivamente nella loro personalità e azione, e non nel loro aspetto fisico.
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Il dibattito attuale sulle diversità di genere in Italia mostra notevoli chiusure rispetto a quello promosso in diversi Paesi europei; non solo da un punto di vista di diritti civili, ma anche culturale, storico, etico e sociale. In realtà, la maggior parte dei casi di discriminazione non ha motivazioni ideologiche, ma è l'espressione di ignoranza, paure diffuse, pregiudizi e, in generale, di mancanza di empatia.
Il primo passo è l’educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione e la promozione ad ogni livello di rispetto della persona e delle differenze senza alcuna distinzione. Ed è con questo obiettivo che la mostra intende aprire nuove prospettive di lettura sulla identità di genere.
Fabio Giannetto cresce con un'educazione all'immagine e alla narrazione che lo spingono a seguire gli studi in Cinema a La Sapienza di Roma. Successivamente si stabilisce a Londra, dove impara l'accoglienza e l'umiltà, il vero incontro con il diverso e l'altro.
Quei volti e personalità multicolore, misti a stimoli materni, lo portano verso una forma di creazione visuale antica ma mai vecchia: la fotografia.
Conseguiti gli studi in tecniche e pratiche fotografiche a Londra, inizia un viaggio esplorativo in questa forma espressiva, dove l'immagine ferma racconta una storia scolpita dalla luce e dallo sguardo, dall'interazione del soggetto con l'ambiente e il fotografo e dalle pennellate di colore in presa diretta o post-produzione.
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