"Forest Lux": l'installazione di Rosa Mundi (con musiche di Mario Bajardi) a Ragusa

"Il cavallo, il muro del tempo"
La mostra si tiene all’Auditorium San Vincenzo Ferreri di Ragusa Ibla dal 20 aprile al 3 maggio, con ingresso libero tutti i giorni, dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00 alle 21.00.
«Una mostra – dichiara l’Assessore Arezzo – che inaugura un lungo e corposo calendario di momenti d’arte, di fotografia e di design che vedrà il nostro Auditorium S. V. Ferreri, perno dell’accoglienza culturale. Abbiamo voluto inaugurare questo ciclo con una mostra che si contestualizza bene nella location in cui sarà ospitata per il doppio aspetto, estetico e scientifico, cui le sfere armillari si prestano. Il collegamento fortemente voluto fra l’Auditorium di Ragusa Ibla e il Castello di Donnafugata, dove la mostra si sposterà, vuole avvicinare la città al suo territorio, contrastando l’idea che i due poli non possano comunicare in maniera fluida e diretta, con un conseguente vantaggio reciproco».
Prima di Galileo, si credeva che la terra fosse il centro dell'universo e che i pianeti le girassero intorno. Per stabilire la loro posizione, si utilizzava la sfera armillare, uno strumento inventato dall’astronomo greco Eratostene che aveva al centro una sfera, a rappresentare il nostro pianeta, circondato da quattro anelli circolari: un primo individua l’orizzonte che divide il globo in due emisferi; un secondo, collocato perpendicolare al primo, segna il meridiano; infine i due anelli rimanenti indicano la latitudine e la longitudine.
La mostra "Forest Lux" è l’occasione perfetta per avvicinarsi, anche attraverso le suggestioni dell’artista, a un meccanismo complesso e affascinante quale appunto la sfera armillare.
La collaborazione tra Rosa Mundi e il compositore Mario Bajardi, andata infittendosi nella serie The box e in Tamburi, rivela in queste ultime sculture la sua massima coesione. In Forest Lux le visioni si spogliano, sulle ali della musica, di ogni esplicito riferimento figurale, racchiudendo, tra un "rosone" e un apocalittico "giudizio", il cammino dell’uomo. E se i tre cerchi delle armille costruite dall’artista con le antiche botti di vino del ‘400 tratteggiano una immaginaria sfera ellittica che divide in sezioni i dodici segni dello zodiaco, le note stridule e apparentemente dissonanti di Bajardi accompagnano l’inizio e la fine del pensiero umano nella sua trasformazione da verbo a immagine, da racconto a ricordo, da sinfonia a memoria.
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