Gli antichi magazzini per conservare l'"oro biondo": le visite alle grotte del caricatore di Sciacca

Le grotte del caricatore di Sciacca
È la città delle leggende e dei miraggi: da Dedalo che costruisce le famose Stufe di san Calogero sul monte Kronio, all’isola Ferdinandea che sbuca dalle acque e si inabissa dopo poche settimane, lasciando tutti di stucco. Millenni di storia da percorrere lungo l’itinerario di dodici luoghi de "Le Vie dei Tesori", che arriva a Sciacca per la sua prima edizione, nei tre weekend dal 13 al 29 settembre (leggi l'articolo di approfondimento).
Visitare le antiche “grotte del caricatore” vuol dire immergersi in luoghi antichi del tutto sorprendenti: era infatti il posto in cui venivano ammassate e caricate le granaglie, il famoso “oro biondo” che rese Sciacca uno dei quattro Vicariati e in Sicilia e sede della Zecca. La città deve tutto al “caricatore”: da esso ricavavano i dazi per pagare gli amministratori, le milizie, i servizi e la costruzione delle mura di cinta.
Le grotte risalgono sicuramente alla preistoria, furono probabilmente sepolture, in seguito trasformate in ambienti ipogeici, e utilizzate poi come fosse granarie: scavate nella roccia viva, avevano la caratteristica forma a “imbuto rovesciato”, con accesso dall’alto, collegate tramite cunicoli detti “cannoli”.
A Sciacca sono 12 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 22 settembre da Palermo a Sciacca, al costo di 15 euro.
Visitare le antiche “grotte del caricatore” vuol dire immergersi in luoghi antichi del tutto sorprendenti: era infatti il posto in cui venivano ammassate e caricate le granaglie, il famoso “oro biondo” che rese Sciacca uno dei quattro Vicariati e in Sicilia e sede della Zecca. La città deve tutto al “caricatore”: da esso ricavavano i dazi per pagare gli amministratori, le milizie, i servizi e la costruzione delle mura di cinta.
Le grotte risalgono sicuramente alla preistoria, furono probabilmente sepolture, in seguito trasformate in ambienti ipogeici, e utilizzate poi come fosse granarie: scavate nella roccia viva, avevano la caratteristica forma a “imbuto rovesciato”, con accesso dall’alto, collegate tramite cunicoli detti “cannoli”.
A Sciacca sono 12 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 22 settembre da Palermo a Sciacca, al costo di 15 euro.
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