I volti intrisi di fatica e sudore nelle opere di Emilio Guaschino in mostra al Palab
"Portella della Ginestra" (1975), olio su tela di Emilio Guaschino (part.)
Emilio Guaschino (Palermo, 1927) predilige temi di marcata espressività scrupolosamente delineati dai volti di personaggi di umile estrazione. Tramite le sue opere riesce a ricondurre il visitatore all'interno di un'ambientazione ormai lontana, radicata alla terra e alla società siciliana offrendo spunti di riflessione visivi.
Al Palab di Palermo, in piazzetta del Fondaco, è possibile ammirare, dal 5 al 19 maggio, la mostra d'arte contemporanea di pittura, incisione e disegno a china dell'artista palermitano ormai scomparso nel 2014, intitolata "Emilio Guaschino - Palermo. 1927 - 2014" a cura di Martina Martire.
L'artista palermitano affronta tematiche sociali e raffigura la realtà del suo tempo con intenzione realistico, riscontrando nella sua pittura, un certo sapore di realismo messicano, un ricordo carusiano che approda a caratteristiche tipiche dell'espressionismo.
Le immagini sono spesso legate ad accadimenti storici avvenuti nella sua terra natìa, la Sicilia, che risentono anche degli avvenimenti politico – sociali del periodo.
Il linguaggio pittorico ha un'interpretazione forte e robusta, che colpisce grazie anche all’uso del colore, deciso e intenso, adattato all'immagine figurativa e al messaggio simbolico.
L'arte per Guaschino è un mezzo per interpretare sentimenti e speranze, attenzionare un mondo fatto di sottomessi, emarginati, esclusi e sfruttati. Ed è così che la sua pittura diventa documento, storia, verità.
Ciò che rende sensibile l'artista e che provoca in lui lo sviluppo di umane emozioni, diventa un’opportunità di confronto.
Emilio Guaschino studia all'Accademia di Belle Arti di Palermo frequentando i corsi di scenografia. Espone per la prima volta nel 1966 a Milano presso la Galleria D.G.B..
Sulla scia della precedente ricerca di matrice guttusiana, l'artista, nelle opere di notevoli dimensioni, racchiude storie della sua terra, con un'attenzione particolare alle tematiche sociali vicine alla condizione del bracciantato siciliano.
Al Palab di Palermo, in piazzetta del Fondaco, è possibile ammirare, dal 5 al 19 maggio, la mostra d'arte contemporanea di pittura, incisione e disegno a china dell'artista palermitano ormai scomparso nel 2014, intitolata "Emilio Guaschino - Palermo. 1927 - 2014" a cura di Martina Martire.
L'artista palermitano affronta tematiche sociali e raffigura la realtà del suo tempo con intenzione realistico, riscontrando nella sua pittura, un certo sapore di realismo messicano, un ricordo carusiano che approda a caratteristiche tipiche dell'espressionismo.
Le immagini sono spesso legate ad accadimenti storici avvenuti nella sua terra natìa, la Sicilia, che risentono anche degli avvenimenti politico – sociali del periodo.
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Il desiderio è di costruire un romanzo, una fantasia visiva serrata e drammatica, basandosi su fatti realmente accaduti, aggiungendo quel tocco di pura invenzione che lascia liberi di interpretare e immaginare.Il linguaggio pittorico ha un'interpretazione forte e robusta, che colpisce grazie anche all’uso del colore, deciso e intenso, adattato all'immagine figurativa e al messaggio simbolico.
L'arte per Guaschino è un mezzo per interpretare sentimenti e speranze, attenzionare un mondo fatto di sottomessi, emarginati, esclusi e sfruttati. Ed è così che la sua pittura diventa documento, storia, verità.
Ciò che rende sensibile l'artista e che provoca in lui lo sviluppo di umane emozioni, diventa un’opportunità di confronto.
Emilio Guaschino studia all'Accademia di Belle Arti di Palermo frequentando i corsi di scenografia. Espone per la prima volta nel 1966 a Milano presso la Galleria D.G.B..
Sulla scia della precedente ricerca di matrice guttusiana, l'artista, nelle opere di notevoli dimensioni, racchiude storie della sua terra, con un'attenzione particolare alle tematiche sociali vicine alla condizione del bracciantato siciliano.
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