Il dramma dell'esilio ispirato a una storia vera: "Storia di Giulietta" di Beatrice Monroy al Teatro Biondo
La scrittrice e drammaturga Beatrice Monroy
Libia, 1969, il colpo di stato di Gheddafi costringe libici di seconda e terza generazione a lasciare le proprie terre solo perché italiani: è questo lo scenario di "Storia di Giulietta" di Beatrice Monroy, in scena nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo giovedì 18 e venerdì 19 ottobre nell'ambito del "Festival delle Letterature Migranti".
Lo spettacolo, prodotto da Scena Aperta in collaborazione col Teatro Biondo, è diretto da Giuseppe Marsala, che ne cura anche l'adattamento scenico, e interpretato da Maria ed Ester Cucinotti, rispettivamente nei ruoli della bambina e della madre.
"Storia di Giulietta" racconta la storia di una bambina appena affacciatasi all’adolescenza e costretta a lasciare tutto - giochi, corse sulla spiaggia, primi amori - in nome di logiche sovraniste che si rovesciano, si fronteggiano e si sfidano, passando sopra le esistenze delle persone, stravolgendo progetti di vita.
«Allora come oggi – spiega il regista – uomini, donne, bambini sono obbligati a lasciare le loro cose, le loro case e i luoghi in cui vivono, in cui amano e in cui hanno costruito le loro esistenze. Oggi, che semplificazioni mediatiche e propagande politiche attribuiscono loro odiosi appellativi, occorre riscrivere le loro vere storie e chiamare le cose con il loro vero nome: e cioè che si tratta di persone, esseri umani (non importa dove essi siano nati), cittadini della terra costretti all’esodo».
Una parabola, quella dello spettacolo, che abbraccia varie sfumature dell'animo umano, dal distacco e la separazione con la disperazione che ne consegue, alla speranza, al desiderio di accoglienza e di rinascita.
Lo spettacolo, prodotto da Scena Aperta in collaborazione col Teatro Biondo, è diretto da Giuseppe Marsala, che ne cura anche l'adattamento scenico, e interpretato da Maria ed Ester Cucinotti, rispettivamente nei ruoli della bambina e della madre.
"Storia di Giulietta" racconta la storia di una bambina appena affacciatasi all’adolescenza e costretta a lasciare tutto - giochi, corse sulla spiaggia, primi amori - in nome di logiche sovraniste che si rovesciano, si fronteggiano e si sfidano, passando sopra le esistenze delle persone, stravolgendo progetti di vita.
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Beatrice Monroy e Giuseppe Marsala si ispirano a una storia tanto tragica quanto vera, costruendo un dramma dell'esilio che coinvolge lo spettatore in una profonda riflessione sul tempo presente.«Allora come oggi – spiega il regista – uomini, donne, bambini sono obbligati a lasciare le loro cose, le loro case e i luoghi in cui vivono, in cui amano e in cui hanno costruito le loro esistenze. Oggi, che semplificazioni mediatiche e propagande politiche attribuiscono loro odiosi appellativi, occorre riscrivere le loro vere storie e chiamare le cose con il loro vero nome: e cioè che si tratta di persone, esseri umani (non importa dove essi siano nati), cittadini della terra costretti all’esodo».
Una parabola, quella dello spettacolo, che abbraccia varie sfumature dell'animo umano, dal distacco e la separazione con la disperazione che ne consegue, alla speranza, al desiderio di accoglienza e di rinascita.
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