Il linguaggio narrativo essenziale ed elegante di Nino Vario a Messina: l'artista espone "L'altra faccia"

Particolare di un dipinto di Nino Vario del progetto "L'altra Faccia"
Gli acrilici di Nino Vario (1947) sono un pentagramma composto da linee e spazi, dove i colori sono le note cromatiche interpretative di pensieri ed emozioni. La sua pittura è sintesi e luce, armonia dei toni che spezza gli schemi propri di un imperante tendenza volta a riprodurre modelli di momentanea efficacia.
Nell'ambito del progetto "Opera al Centro" curato da Giuseppe La Motta, il Teatro Vittorio Emanuele di Messina ospita la mostra "L'altra faccia", nel quale l'artista rappresenta la narrazione dell’essere, del divenire e dell'apparire.
Nella vita di tutti i giorni ciascun individuo indossa una maschera per rispondere alle aspettative di se stesso e degli altri. Com'è possibile, quindi, riconoscere la verità assoluta e riconoscere se stessi?
Nino Vario trova la risposta nel concretismo geometrico che caratterizza la propria cifra pittorica. Le linee formano la struttura che sagoma i profili di volti fittizi, diventando simbolo di un equilibrio ponderato e di una dimensione non corrotta.
Elaborando il segno e l'origine astratto geometrico della sua vena artistica, il pittore è approdato a un linguaggio narrativo essenziale ed elegante, dove la storia nasce nello sguardo interpretante di chi guarda e l'altra faccia, alla fine, è la nostra.
La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, escluso il lunedì, fino al 5 novembre, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Nell'ambito del progetto "Opera al Centro" curato da Giuseppe La Motta, il Teatro Vittorio Emanuele di Messina ospita la mostra "L'altra faccia", nel quale l'artista rappresenta la narrazione dell’essere, del divenire e dell'apparire.
Nella vita di tutti i giorni ciascun individuo indossa una maschera per rispondere alle aspettative di se stesso e degli altri. Com'è possibile, quindi, riconoscere la verità assoluta e riconoscere se stessi?
Nino Vario trova la risposta nel concretismo geometrico che caratterizza la propria cifra pittorica. Le linee formano la struttura che sagoma i profili di volti fittizi, diventando simbolo di un equilibrio ponderato e di una dimensione non corrotta.
Elaborando il segno e l'origine astratto geometrico della sua vena artistica, il pittore è approdato a un linguaggio narrativo essenziale ed elegante, dove la storia nasce nello sguardo interpretante di chi guarda e l'altra faccia, alla fine, è la nostra.
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