Il ricamo come messaggio di pace: un gruppo di donne per "Il Filo dell’Alleanza" di Daniela Papadia
Il gruppo di donne al lavoro con Daniela Papadia
"Il Filo dell’Alleanza" è un progetto organizzato da Bias e Wish inserito nel programma "Italia, Culture, Mediterraneo" realizzato con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Un’opera collettiva che coinvolge un gruppo di donne tra Israele e Palestina.
Il progetto dell’artista Daniela Papadia, mira al dialogo tra diverse culture a prescindere dalla nazionalità. Un progetto che vuole condurre ad una riflessione sui principi di uguaglianza e di fraternità fra tutti i popoli, indipendentemente dalla loro religione e origine. Per raggiungere questo obiettivo, l’artista utilizza il ricamo, metafora tra arte e scienza per ricucire gli strappi consumati in conflitti ancora attuali.
Nell’opera "Il Filo dell’Alleanza", questa trama viene rappresentata da sei arazzi di 1.23 x 2.60 metri, assemblati con un filo d’oro che rappresenta il Mediterraneo. Sei gruppi di donne, del movimento Women Wage Peace, appartenenti ad etnie e religioni diverse (palestinesi, israeliane, beduine e druse) e della scuola di moda a Rehovot di Letizia Della Rocca, che insieme hanno incontrato la ricamatrice Michal Avvisar divenuta la coordinatrice delle esecutrici.
Ognuna di loro ha realizzato un arazzo tra Israele e Palestina. Nelle opere, i fili d’oro ricuciono quindi simbolicamente gli strappi e fanno incontrare donne provenienti dai due Paesi, che desiderano conoscersi e lavorare insieme. L’oro, causa di guerre e disuguaglianza, in questo caso unisce e crea l’incontro.
Questo gruppo di lavoro si è infine incontrato a Gerusalemme dove ha riunito i sei lavori in un'unica opera collettiva, un grande arazzo di 2.40 metri x 5.20 metri di lunghezza, raffigurando i 12 geni che garantiscono la funzione del sangue. L’intero progetto è stato raccontato dal regista Francesco Miccichè in un documentario, prodotto dall’Istituto Luce e da Reporter.
Il progetto dell’artista Daniela Papadia, mira al dialogo tra diverse culture a prescindere dalla nazionalità. Un progetto che vuole condurre ad una riflessione sui principi di uguaglianza e di fraternità fra tutti i popoli, indipendentemente dalla loro religione e origine. Per raggiungere questo obiettivo, l’artista utilizza il ricamo, metafora tra arte e scienza per ricucire gli strappi consumati in conflitti ancora attuali.
Nell’opera "Il Filo dell’Alleanza", questa trama viene rappresentata da sei arazzi di 1.23 x 2.60 metri, assemblati con un filo d’oro che rappresenta il Mediterraneo. Sei gruppi di donne, del movimento Women Wage Peace, appartenenti ad etnie e religioni diverse (palestinesi, israeliane, beduine e druse) e della scuola di moda a Rehovot di Letizia Della Rocca, che insieme hanno incontrato la ricamatrice Michal Avvisar divenuta la coordinatrice delle esecutrici.
Ognuna di loro ha realizzato un arazzo tra Israele e Palestina. Nelle opere, i fili d’oro ricuciono quindi simbolicamente gli strappi e fanno incontrare donne provenienti dai due Paesi, che desiderano conoscersi e lavorare insieme. L’oro, causa di guerre e disuguaglianza, in questo caso unisce e crea l’incontro.
Questo gruppo di lavoro si è infine incontrato a Gerusalemme dove ha riunito i sei lavori in un'unica opera collettiva, un grande arazzo di 2.40 metri x 5.20 metri di lunghezza, raffigurando i 12 geni che garantiscono la funzione del sangue. L’intero progetto è stato raccontato dal regista Francesco Miccichè in un documentario, prodotto dall’Istituto Luce e da Reporter.
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