Il simbolo che domina lo Stretto: alla scoperta del Forte San Salvatore e Stele della Madonnina di Messina
La Madonnina del porto, simbolo di Messina
Devastata dal terremoto del 1908 e rinata spezzata, dolente, ma ancora viva. Da quel cataclisma a Messina sono sopravvissuti chiese, ipogei, forti, ville, opere d’arte raccolte nel Museo regionale. Un patrimonio straordinario che, con la terza edizione de "Le Vie dei Tesori", in programma dal 13 al 29 settembre, si mostra ogni weekend con l’orgoglio della sua storia.
Il Forte di San Salvatore è il simbolo di Messina. Da qui lo sguardo abbraccia la costa della Sicilia e quella della Calabria. E poi c’è la Madonnina del porto di Messina, collocata nel 1934 sul torrione del castello, che con la sua forma di falce protegge il porto.
La visita al Forte si conclude con il colpo d’occhio sul mare, dall’alto del bastione. Proprio falce, Zankle, i greci chiamarono Messina nell’VIII secolo avanti Cristo. Una terra fertile, con un facile approdo verso il mare.
Non è difficile immaginare una vita che scorreva serena, di artigiani, come dimostrano le antichissime ceramiche ritrovate. Zankle era anche una zona sacra, che mantenne questa sua energia anche in periodo cristiano. Il forte deve infatti il suo nome all’antico monastero del Santissimo Salvatore, voluto del Conte Ruggero nel 1086 in ricordo di alcuni suoi soldati uccisi.
A Messina sono 26 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 22 settembre da Palermo a Messina, al costo di 25 euro.
Il Forte di San Salvatore è il simbolo di Messina. Da qui lo sguardo abbraccia la costa della Sicilia e quella della Calabria. E poi c’è la Madonnina del porto di Messina, collocata nel 1934 sul torrione del castello, che con la sua forma di falce protegge il porto.
La visita al Forte si conclude con il colpo d’occhio sul mare, dall’alto del bastione. Proprio falce, Zankle, i greci chiamarono Messina nell’VIII secolo avanti Cristo. Una terra fertile, con un facile approdo verso il mare.
Non è difficile immaginare una vita che scorreva serena, di artigiani, come dimostrano le antichissime ceramiche ritrovate. Zankle era anche una zona sacra, che mantenne questa sua energia anche in periodo cristiano. Il forte deve infatti il suo nome all’antico monastero del Santissimo Salvatore, voluto del Conte Ruggero nel 1086 in ricordo di alcuni suoi soldati uccisi.
A Messina sono 26 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 22 settembre da Palermo a Messina, al costo di 25 euro.
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