Il Sogno di Daniela Balsamo prende forma nel suono di Danilo Romancino
"La danza della Gru" di Daniela Balsamo
In una mostra i sogni dell'artista palermitana Daniela Balsamo prendono forma e le immagini e i suoni si fondono per rintracciare memorie lontane, che in collaborazione con Danilo Romancino, produttore e sound designer creano un’atmosfera suggestiva per accompagnare il visitatore in un mondo onirico.
In "Sogni" sono esposti circa cinquanta opere tra dipinti, disegni, brevi racconti ed appunti che fanno da corollario ad un immaginario surreale. Lo sguardo dell’artista come un abile collagista, porta ilvisitatore per mano verso un linguaggio carico di nuovi significati.
«La mostra ha come punto di partenza i ricordi racchiusi in uno sketchbook - spiegano Daniela Balsamo e Floriana Spanò, curatrice della mostra - Ritratti di animali fantastici, scene quotidiane, uomini ed oggetti hanno lasciato le pagine del quaderno e hanno preso forma».
Nella consapevolezza che i sogni sono in grado di cambiare il nostro sguardo nei confronti delle cose, mettendo in discussione i limiti del reale, l’artista procede in una ricerca sulla memoria e sul ricordo a lei cara, che affonda la sua ragion d’essere nel legame con gli oggetti e con i luoghi.
La memoria viene distorta, l’assemblaggio casuale e la sovrapposizione delle immagini, come nel sonno profondo, rielaborano e ricreano scene di gioia, di dolore, un mondo fantastico che diviene reale. Un approccio intuitivo che scava all’interno delle paure e dei nostri desideri reconditi.
In "Sogni" sono esposti circa cinquanta opere tra dipinti, disegni, brevi racconti ed appunti che fanno da corollario ad un immaginario surreale. Lo sguardo dell’artista come un abile collagista, porta ilvisitatore per mano verso un linguaggio carico di nuovi significati.
«La mostra ha come punto di partenza i ricordi racchiusi in uno sketchbook - spiegano Daniela Balsamo e Floriana Spanò, curatrice della mostra - Ritratti di animali fantastici, scene quotidiane, uomini ed oggetti hanno lasciato le pagine del quaderno e hanno preso forma».
Nella consapevolezza che i sogni sono in grado di cambiare il nostro sguardo nei confronti delle cose, mettendo in discussione i limiti del reale, l’artista procede in una ricerca sulla memoria e sul ricordo a lei cara, che affonda la sua ragion d’essere nel legame con gli oggetti e con i luoghi.
La memoria viene distorta, l’assemblaggio casuale e la sovrapposizione delle immagini, come nel sonno profondo, rielaborano e ricreano scene di gioia, di dolore, un mondo fantastico che diviene reale. Un approccio intuitivo che scava all’interno delle paure e dei nostri desideri reconditi.
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