"In cammino verso il mistero": a Messina un omaggio al pittore Claudio Militti

Particolare dell'opera di Claudio Militti visibile alla mostra "In cammino verso il Mistero"
Maestro e creatore prolifico ha lungamente sperimentato materiali e linguaggi in un'attività vivace e interrotta dagli anni '60. Militti, assieme a Piero Serboli, Aurelio Valentini e Jose Martino, è stato, inoltre, tra i promotori del laboratorio di pittura del reparto di Oncologia del Policlinico Universitario di Messina.
Per il teatro è stato naturale mantenere l'impegno verso l'artista (che aveva già definito le 35 opere da mettere in mostra), allestendola non come una postuma, ma come un'esposzione nel quale Militti è presente attraverso la sua espressione più alta.
Con una serie di novità stilistiche e cromatiche, l'artista propone idee attraverso forme indefinite, esalta ancora i colori (con l’incredibile sapienza nell’uso del bianco) e, attraverso le ferite - questa volta sul sughero – propone i suoi interrogativi esistenziali, suggerendo a tutti l’idea di una ricerca inesauribile, concreta e immaginaria nello stesso tempo.
La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, escluso il lunedì, fino al 3 dicembre, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Claudio Militti esordisce con una collettiva nel 1962, exploit nel solco di un personale astrattismo. Il 1962 è anche l’anno del suo insediamento come docente di educazione artistica per la scuola pubblica, in un momento che lo vede molto attivo nelle collettive messinesi, con diverse selezioni della Tavolozza d’oro 1964 e nel 1970, alle collettive del Fuci del 1966 e del 1969.
Nel 1970 è tra i fondatori del gruppo "Arteincontro", nella cui galleria terrà la sua prima personale nel 1973. In questi anni la sua pittura si alimenta di tecniche sperimentali: dai collages, all'inserimento di brani di cartone. Nel 1975 viene premiato con la Tavolozza d’Oro, sarà quindi presente in molte collettive cittadine, tenendo una personale a Palermo nel 1978.
La fine degli anni ’70 lo vede approfondire ulteriormente il suo interesse materico per la carta, il cartone, la carta velina. Nel 1982 presenta una personale alla galleria il Grifone con il titolo molto esplicito: "Le mie Carte". Di fatto, Militti porta in mostra le composizioni pittoriche i cui supporti cartacei sono stati realizzati per intero dallo stesso artista, riciclando materiale esistente, secondo uno spirito anticipatore di tendenze e processi oggi molti diffusi.
Nel 1987 tiene una personale nei locali de La Palazzata, presentata da Teresa Pugliatti, con il titolo "i Colori della luce". Dipingendo su carta industriale, Militti realizza una serie di studi sulla luce e la dialettica tra le forme e il colore, pieni e vuoti, secondo quella sintesi molto netta e strutturata che caratterizza la sua pittura.
Più tardi si dedica anche alla produzione di ceramiche, con cui partecipa annualmente alla mostra di presepi della Fondazione Mazzullo, cimentandosi pure nella lavorazione del vetro e delle foglie d’oro che inserisce nelle sue opere. Nel 2011 presenta la mostra "Utopie", esito di un biennio di lavoro 2009 – 2011.
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