In scena Capo Scultoreo "Oltre le Apparenze", performance contro le violenze domestiche
In scena a Palazzo Oneto di Sperlinga Capo Scultoreo "Oltre le Apparenze" di Simone Tripaldi Artènos, una performance contro le violenze domestiche. La performance prenderà il via alle 20:00 da piazza Teatro Massimo e si avvierà per via Maqueda, per poi giungere al Palazzo Oneto di Sperlinga, dove si concluderà.
La performance è incentrata sulla tematica della violenza domestica. Oggi migliaia di donne subiscono violenze verbali e fisiche. L’opera è realizzata con delle grucce vuote a simboleggiare un elemento di uso quotidiano e dove gli abiti che dovrebbero essere appesi su esse, sono metaforicamente intrisi di memoria e sofferenza. Donne silenti tacciono dolorosi segreti e profonde ferite fra le mura di casa, isolandosi da tutto e da tutti per il timore che lo svelamento possa rendere reale quell’incubo. Le grucce, utilizzate per questa scultura, diventano scheletri, ossa, che intrecciandosi fra loro costruiscono una gabbia inespugnabile. Donne piene di vergogna, di sensi di colpa, donne sole che non hanno il coraggio di denunciare violenze imperdonabili le quali troppo spesso, sfociano in fenomeni di femminicidio.
Il progetto performativo è stato inserito all’interno di “Ghostspace”, collettiva d’arte contemporanea allestita nel sottotetto di palazzo Oneto di Sperlinga che sta realizzando contaminazioni e collaborazioni, creando una serie di eventi legati all’architettura, all’arte e alla musica per valorizzare e mantenere sempre vivo lo spazio espositivo.
La performance è incentrata sulla tematica della violenza domestica. Oggi migliaia di donne subiscono violenze verbali e fisiche. L’opera è realizzata con delle grucce vuote a simboleggiare un elemento di uso quotidiano e dove gli abiti che dovrebbero essere appesi su esse, sono metaforicamente intrisi di memoria e sofferenza. Donne silenti tacciono dolorosi segreti e profonde ferite fra le mura di casa, isolandosi da tutto e da tutti per il timore che lo svelamento possa rendere reale quell’incubo. Le grucce, utilizzate per questa scultura, diventano scheletri, ossa, che intrecciandosi fra loro costruiscono una gabbia inespugnabile. Donne piene di vergogna, di sensi di colpa, donne sole che non hanno il coraggio di denunciare violenze imperdonabili le quali troppo spesso, sfociano in fenomeni di femminicidio.
Il progetto performativo è stato inserito all’interno di “Ghostspace”, collettiva d’arte contemporanea allestita nel sottotetto di palazzo Oneto di Sperlinga che sta realizzando contaminazioni e collaborazioni, creando una serie di eventi legati all’architettura, all’arte e alla musica per valorizzare e mantenere sempre vivo lo spazio espositivo.
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