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Incontri "Un//Plugged" di Palazzo Bonocore: il dramma (alchemico) con Camillo Palmeri

Balarm
La redazione

Camillo Palmeri

Proseguono anche nel mese di aprile gli appuntamenti della rassegna "UN//Plugged" che porta a Palazzo Bonocore letture, performance e musica ed è curata dal collettivo di artisti  Genìa e dall'associazione CoopCulture.

La direzione artistica della terza parte della programmazione - "Tra mito e realtà" - è curata da Teatrialchemici.

Il primo appuntamento è in programma giovedì 4 aprile, alle 19.00, e vede protagonista Camillo Palmeri nel dramma alchemico dal titolo "Salieri. Chi sono nel mito", di Teatrialchemici.

L’immaginario collettivo è in genere la fucina del mito.

È la fabbrica dove il mito continuamente si trasforma e si definisce nei tratti che lo rendono riconoscibile. Una volta che è nato, il mito diventa più tenace della storia, anzi spesso si sostituisce ad essa.

I miti tuttavia non riguardano, diversamente da ciò che si pensa, la cultura dell’antichità. Essi possono caratterizzare anche epoche storiche più recenti: pensiamo alla figura storica di Vlad di Valacchia che, grazie a un celebre romanzo, diventa Dracula il vampiro oppure Miguel Manara di Siviglia che, attraverso un dramma teatrale, diventa Don Giovanni.
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La stessa sorte è toccata ad Antonio Salieri che, attraverso l’intreccio di una serie di coincidenze, arriva a noi non attraverso la fama di essere stato un illustre musicista del ‘700, ma attraverso il mito che lo vuole rivale e assassino di Mozart.

Letteratura e cinema hanno attinto a piene mani a questo mito e, attraverso le parole di un contemporaneo come Friedrich Rochlitz, attraverso le testimonianze dei "quaderni di conversazione" di Beethoven, come attraverso le interpretazioni poetico/teatrali di Puskin e di Shaffer, Salieri ora ci ri-racconta lui stesso il suo stesso mito e la sua storia.

Un Salieri che dall'Allgemeines Krankenhaus ("Ospedale generale") di Vienna, in fin di vita, come nel dramma di Shaffer, si rivolege ai suoi posteri: a noi che siamo oggi il suo futuro e che, a nostra volta, guardiamo a lui come il nostro passato. 
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