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"Ippolito": la tragedia di Euripide in scena al Teatro Greco di Tindari

  • Festival dei due Mari
  • Teatro Greco di Tindari - Patti (Me)
  • 24 agosto 2019 (evento concluso)
  • 21.00
  • 10 euro (intero), 8 euro (ridotto)
Va in scena sabato 24 agosto alle 21 al Teatro Greco di Tindari "Ippolito", la tragedia di Euripide, per la regia di Nicola Alberto Orofino, con Egle Doria, Silvio Laviano, Luana Toscano e Gianmarco Arcadipane.

Lo spettacolo fa parte del "Festival dei due Mari" giunto alla sua 19esima edizione.

La manifestazione è organizzata dal Tindari Festival e dal Teatro dei due Mari ed è patrocinata dal MIBACT, dall’Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo Regione Siciliana, dalla Soprintendenza BB.CC. di Messina e dal Comune di Patti (ME). Anche per quest'anno gli spettacoli in cartellone avranno luogo nel suggestivo Teatro Antico di Tindari e nella dimora storica di Villa Pisani a Patti Marina.

"Ippolito" di Euripide è la tragedia delle passioni estreme. La passione di Fedra che è febbre d’amore altissima, senza nessuna possibilità di guarigione; la passione di Ippolito che è fanatismo e esaltazione di tutto ciò che è puro e casto (e quindi innanzitutto esaltazione per se stesso); la passione di Teseo, che è ira funesta e distruttrice in cui la grazia non trova dimora. Tutti e tre i protagonisti di questa tragedia verbalizzano le proprie passioni in maniera ossessiva. Sono tre personaggi vistosi, appariscenti, le cui parole hanno la capacità di analizzare, nascondere, cambiare, camuffare, dilatare gli eventi della tragedia. Personaggi estremi dunque, e con un’anima grande.
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Gli attori come in un gioco di richiami ed evocazioni affronteranno tutti e nove i personaggi della tragedia di Euripide. Le trasformazioni saranno tutte sceniche e a vista, affinché ogni personaggio possa svelarsi nel suo corrispondente più prossimo nel modo più diretto e palese. La tragedia è ambientata nell’America della fine degli Anni 50, l’America di Eisenhower, bigotta e omertosa, razzista e maschilista. Un’America che, al di là di tutto, comincia a rendersi conto della sua arretratezza e che accoglierà da lì a qualche anno l’inarrestabile rivoluzione culturale e politica promossa da Kennedy. Un tale contesto storico rispecchia bene e in profondo lo spirito e la forza dei personaggi della tragedia di Euripide. In continuo conflitto tra immobilità e movimento, tra bigottismo religioso e libertarismo, tra corpo e lavorio interiore.

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