L'antico luogo di culto dove era sepolta Santa Oliva: alla scoperta della Chiesa di San Francesco di Paola

La chiesa di San Francesco di Paola (interno) a Palermo
Terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane: sono 130 quest’anno i luoghi che il Festival "Le Vie dei Tesori" apre nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre a Palermo, la città Capitale della Cultura 2018 dove la manifestazione è nata nel 2006 e dove è giunta alla sua dodicesima edizione.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Cinquecentesca, appena restaurata, la Chiesa di San Francesco di Paola sorge sul luogo dove si trovava,anticamente, la chiesetta di Santa Oliva. Qui, secondo la tradizione, sarebbe stata sepolta la compatrona di Palermo, prima di essere “spodestata” da santa Rosalia. E infatti la piazza dov’è ubicata la chiesa si chiama proprio Santa Oliva.
I frati dell’ordine dei Minimi, che quest’anno celebrano i cinquecento anni della loro presenza a Palermo (il 9 novembre 1518 comincia la storia della comunità voluta da san Francesco di Paola), avevano voluto demolire il piccolo edificio di culto, per costruirne uno nuovo, più grande e di rappresentanza, con tanto di campanile. E fu edificata questa seconda chiesa, annessa al convento. L’impianto è gotico-catalano, ma poi il cantiere rimase a lungo aperto e il progettista accolse l’influenza dell’arte manierista. L’interno è prevalentemente barocco, ricco di decorazioni e bianchi stucchi.
La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
Cinquecentesca, appena restaurata, la Chiesa di San Francesco di Paola sorge sul luogo dove si trovava,anticamente, la chiesetta di Santa Oliva. Qui, secondo la tradizione, sarebbe stata sepolta la compatrona di Palermo, prima di essere “spodestata” da santa Rosalia. E infatti la piazza dov’è ubicata la chiesa si chiama proprio Santa Oliva.
I frati dell’ordine dei Minimi, che quest’anno celebrano i cinquecento anni della loro presenza a Palermo (il 9 novembre 1518 comincia la storia della comunità voluta da san Francesco di Paola), avevano voluto demolire il piccolo edificio di culto, per costruirne uno nuovo, più grande e di rappresentanza, con tanto di campanile. E fu edificata questa seconda chiesa, annessa al convento. L’impianto è gotico-catalano, ma poi il cantiere rimase a lungo aperto e il progettista accolse l’influenza dell’arte manierista. L’interno è prevalentemente barocco, ricco di decorazioni e bianchi stucchi.
La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili.
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