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L'assurdità dell'orrore, le conseguenze dell'odio: "La rondine" di Guillem Clua in scena al Teatro Biondo

  • [De]generazioni 2018/2019
  • Teatro Biondo - Palermo
  • 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 11, 12, 13, 14 aprile 2019 (evento concluso)
  • 21.00 (3, 4, 7, 10, 11 e 14 aprile), 17.30 (5, 6, 9, 12 e 13 aprile)
  • 17.60 euro
  • Biglietti acquistabili al botteghino del teatro. Info al numero 091 7434341
Balarm
La redazione

Luigi Tabita e Lucia Sardo in "La rondine"

L'assurdità dell'orrore, le conseguenze dell'odio in uno spettacolo che raccoglie l'eco di tutte le tragedie contemporanee: "La rondine" di Guillem Clua va in scena nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo dal 3 al 14 aprile. 

Lo spettacolo, che si inquadra all'interno della stagione "[De]generazioni" (leggi l'articolo di approfondimento) ed è prodotto dal Teatro Stabile di Catania, si ispira all’attacco terroristico al Bar Pulse di Orlando nel giugno del 2016 nel quale morirono 49 persone, e in cui risuonano le tragedie del Bataclan di Parigi, del lungomare di Nizza, delle Ramblas di Barcellona e di tutta la follia omicida che ha seminato lutti e inquietudine nel mondo occidentale.

Basato sulla traduzione a cura di Martina Vannucci e l'adattamento di Pino Tierno, lo spettacolo è diretto da Francesco Randazzo che ne cura anche scene e video, con i costumi di Riccardo di Cappello, le luci di Salvo Orlando e le musiche di Massimiliano Pace.

Marta (Lucia Sardo), un’inflessibile maestra di canto, riceve la visita di Matteo (Luigi Tabita), che desidera migliorare la propria tecnica vocale per esibirsi a una commemorazione dedicata alla madre scomparsa di recente. Man mano che la lezione procede i due svelano a vicenda dettagli del loro passato, profondamente segnato da un attentato terroristico di matrice islamica.

Nel teso confronto tra i due emergono verità nascoste e il desiderio di trovare risposte a domande cruciali sulle motivazioni della violenza terroristica, sulle vittime, sull’identità, la perdita, la fragilità e infine sulla pietas che ci accomuna di fronte a un destino comune.
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