L'omaggio ai grandi artisti italiani del Novecento con la mostra "Primiera"
"Sospensione" (2011) di Eliseo Mattiacci. Photo Credit: Michele Sereni
Le opere di quattro scultori esponenti di punta di due generazioni, a vario titolo dialettiche per tensioni poetiche e innovazioni linguistiche, sono esposte all'interno della nuova fase di attività della galleria Adalberto Catanzaro di Bagheria, fino al 10 gennaio. La mostra “Primiera: Mattiacci - Messina - Nunzio - Zorio”, a cura di Bruno Corà, costituisce un rilevante fatto artistico.
Infatti, se Mattiacci e Zorio, con diversa maestria ed efficacia enunciativa hanno dato vita a nuovi aspetti di una vena rigogliosa che, scaturita dal futurismo, con originalità si è declinata in forme inedite di sintesi plastica, rispettivamente “cosmospazialista” e “poverista”, Messina e Nunzio, nondimeno, hanno messo a punto autonome proposizioni di singolare apertura etica ed estetica tra passato e avvenire.
Le opere, “Sospensione” di Mattiacci, “Stella Gommosa” di Zorio, “Uno scranno per San Gerolamo” di Messina e la scultura “Senza titolo” di Nunzio costituiscono un interessante episodio di comunità aperta e interessata alle ricerche confrontate, premessa di possibili climi culturali che consentono la crescita di nuove istanze artistiche.
Infatti, se Mattiacci e Zorio, con diversa maestria ed efficacia enunciativa hanno dato vita a nuovi aspetti di una vena rigogliosa che, scaturita dal futurismo, con originalità si è declinata in forme inedite di sintesi plastica, rispettivamente “cosmospazialista” e “poverista”, Messina e Nunzio, nondimeno, hanno messo a punto autonome proposizioni di singolare apertura etica ed estetica tra passato e avvenire.
Le opere, “Sospensione” di Mattiacci, “Stella Gommosa” di Zorio, “Uno scranno per San Gerolamo” di Messina e la scultura “Senza titolo” di Nunzio costituiscono un interessante episodio di comunità aperta e interessata alle ricerche confrontate, premessa di possibili climi culturali che consentono la crescita di nuove istanze artistiche.
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