L'omaggio del Conservatorio ad Alessandro Scarlatti: concerto (gratuito) a Palermo

Ritratto di Alessandro Scarlatti
In scena: Nicholas Robinson, Sara Bagnati: Violini, Giorgio Chinnici: Viola, Alessandro Palmeri: Violoncello, Marco lo Cicero: Contrabbasso, Gioacchino Comparetto: Oboe, Michele Carreca: Tiorba e Marco Silvi: Clavicembalo.
Giunti al trecentesimo anniversario della sua morte, Alessandro Scarlatti (1660 – 1725) è oggi celebrato e universalmente come uno dei fondatori e tra i più importanti rappresentanti della scuola musicale napoletana.
Palermitano di nascita, è stato uno dei più prolifici compositori del suo tempo e oggi ritenuto il maggiore compositore d'opera italiano tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo; il suo contributo, la sua originalità e la sua influenza furono essenziali, oltre che duraturi, sia in Italia che in Europa.
Musicista dotto, acuto e profondo, seppe unire la melodia all’arte del contrappunto producendo una sterminata produzione di musica vocale e strumentale, sacra e profana. Soprannominato dai suoi contemporanei “l'Orfeo italiano”, divise la sua carriera tra Napoli e Roma, dove ricevette la sua formazione.
Particolarmente noto per le sue opere, portò ai suoi massimi sviluppi la tradizione drammatica italiana, iniziata da Monteverdi all'inizio del XVII secolo e proseguita da Antonio Cesti, Francesco Cavalli, Giacomo Carissimi, Giovanni Legrenzi e Antonio Stradella, progettando la forma definitiva dell'aria con da capo, imitata in tutta Europa.
Fu inoltre l'inventore dell'ouverture italiana in tre movimenti (che rivestì una fondamentale importanza nello sviluppo della sinfonia), della sonata in quattro parti (progenitrice del moderno quartetto d'archi, e della tecnica dello sviluppo motivico. Fu un modello di riferimento per il teatro musicale del suo tempo, come evocato dalla produzione italiana di Händel, il quale fu profondamente influenzato dalla sua musica teatrale.
Questo concerto è un piccolo, parziale omaggio alla sterminata produzione vocale che il Nostro produsse nell’arco di quarantacinque anni di attività (1679 - 1725). A lui va la nostra gratitudine e la nostra ammirazione.
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