La chiesa barocca costruita dove nacque Sant’Agata: a Catania le visite alla chiesa di San Placido
La chiesa di San Placido a Catania
Katane – questo uno dei nomi d’origine di Catania, che in greco antico significa “grattugia”, probabilmente per le irregolarità del territorio lavico su cui sorge – fu distrutta più volte da eruzioni, terremoti e invasioni. Quella che vediamo oggi è il risultato dell’ultima splendida ricostruzione del 1693. "Le Vie dei Tesori", quest’anno dal 4 ottobre al 3 novembre, apre oltre quaranta luoghi: anfiteatri, chiese, cupole, palazzi nobiliari: un’occasione unica per scoprire una città dall’inconsueta bellezza.
Sorta sulle rovine del tempio pagano di Bacco, la chiesa di San Placido è un luogo molto caro ai catanesi perché, secondo la tradizione, inglobò i ruderi di quella che era considerata la casa natale di Sant’Agata.
La barocca chiesa di San Placido, a due passi da Palazzo Biscari e dalla Cattedrale, era prima un monastero, completamente distrutto dal terremoto del 1693. Su iniziativa delle uniche tre monache che scamparono alla morte dalle macerie del sisma venne avviata la ricostruzione, affidata all’architetto Stefano Ittar, e la nuova chiesa venne consacrata nel 1723.
Il prospetto della chiesa, in classico stile barocco siciliano, è realizzato in pietra bianca di Taormina. All’interno, le pareti sono impreziosite da marmi e stucchi dorati, mentre i quattro altari laterali sono ornati da bassorilievi marmorei e da quattro grandi quadri realizzati da Michele Rapisardi e Giuseppe Napoli.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
Sorta sulle rovine del tempio pagano di Bacco, la chiesa di San Placido è un luogo molto caro ai catanesi perché, secondo la tradizione, inglobò i ruderi di quella che era considerata la casa natale di Sant’Agata.
La barocca chiesa di San Placido, a due passi da Palazzo Biscari e dalla Cattedrale, era prima un monastero, completamente distrutto dal terremoto del 1693. Su iniziativa delle uniche tre monache che scamparono alla morte dalle macerie del sisma venne avviata la ricostruzione, affidata all’architetto Stefano Ittar, e la nuova chiesa venne consacrata nel 1723.
Il prospetto della chiesa, in classico stile barocco siciliano, è realizzato in pietra bianca di Taormina. All’interno, le pareti sono impreziosite da marmi e stucchi dorati, mentre i quattro altari laterali sono ornati da bassorilievi marmorei e da quattro grandi quadri realizzati da Michele Rapisardi e Giuseppe Napoli.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti e non è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
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