"La memoria e l’impegno": i materiali del "Comitato dei lenzuoli" in mostra a Palermo

Una foto degli anni '90 del "Comitato dei lenzuoli"
L’Istituto Gramsci Siciliano, depositario e custode di memorie democratiche che rischiano di perdersi, a 30 anni dalle stragi di Capaci e via D'amelio, propone alle nuove generazioni "La memoria e l’impegno": una sintetica esposizione dei materiali prodotti, dei documenti elaborati, delle iniziative promosse dal "Comitato dei lenzuoli".
Una documentazione minima rispetto a quella, imponente e ordinata, che le promotrici (erano quasi tutte donne) del comitato hanno lasciato, e che sono ora nella disponibilità di quanti volessero approfondire i contenuti e le forme espressive di quella singolare rivolta civile.
Accanto ai documenti e ai lenzuoli inscritti, vengono esposti anche gli straordinari lenzuoli dipinti che costituirono la particolare declinazione assunta dal Comitato nell’area ionico-etnea.
La mostra documenta un trauma politico di inaudita violenza, ma anche l’impegno, la presa di coscienza, la rivolta morale, il richiamo ai doveri del potere, la richiesta di legalità e giustizia, la diffusa avversione alla mafia, persino la creatività di quella straordinaria stagione.
Dominante è l’espressione di una profonda solidarietà e fiducia nei confronti della magistratura: una disposizione d’animo e di pensiero che la mostra vuole riproporre oggi, nella profonda convinzione che la suprema istituzione democratica a presidio della vita civile, sia superiore all’immagine che essa stessa riesce a dare di sé, e in uno stato di gran lunga migliore di quello cui i "riformatori" vorrebbero ridurla.
Una documentazione minima rispetto a quella, imponente e ordinata, che le promotrici (erano quasi tutte donne) del comitato hanno lasciato, e che sono ora nella disponibilità di quanti volessero approfondire i contenuti e le forme espressive di quella singolare rivolta civile.
Accanto ai documenti e ai lenzuoli inscritti, vengono esposti anche gli straordinari lenzuoli dipinti che costituirono la particolare declinazione assunta dal Comitato nell’area ionico-etnea.
La mostra documenta un trauma politico di inaudita violenza, ma anche l’impegno, la presa di coscienza, la rivolta morale, il richiamo ai doveri del potere, la richiesta di legalità e giustizia, la diffusa avversione alla mafia, persino la creatività di quella straordinaria stagione.
Dominante è l’espressione di una profonda solidarietà e fiducia nei confronti della magistratura: una disposizione d’animo e di pensiero che la mostra vuole riproporre oggi, nella profonda convinzione che la suprema istituzione democratica a presidio della vita civile, sia superiore all’immagine che essa stessa riesce a dare di sé, e in uno stato di gran lunga migliore di quello cui i "riformatori" vorrebbero ridurla.
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