La narrazione di un autoritratto: Massimiliano Tommaso Rezza e la sua "Quarta Parete"
A Palermo un nuovo spazio espositivo di BACO about photographs che per l'occasione ospita la mostra di Massimiliano Tommaso Rezza, visibile dalle 19 di venerdì 18 gennaio fino al 2 febbraio. L'artista della galleria, realizza la sua "Quarta Parete" che nel gergo teatrale, è quell'invisibile parete divisoria che separa lo spazio scenico dalla platea, l'attore dal pubblico, la finzione dalla realtà.
Per il pubblico l'attore inondato di luce proveniente dai faretti, invece, è un lucido muro accecante che gli gli spettatori, isolandolo dal mondo reale. I social media creano una Quarta Parete ancor più spessa e ancor più invisibile.
Il soggetto, isolato dal mondo fisico, accecato dalla speranza di avere una voce autonoma, di essere ammirato e ascoltato, lancia messaggi oltre il muro abbagliante della "Quarta Parete". Nell’ultimo anno, foto di sè stesso e l'imbarazzo per l'eventuale motivazione puramente narcisista, il fotografo Massimiliano Tommaso Rezza, ha cominciato a comporre un autoritratto per frammenti allegorici.
Le foto del lavoro sono state tutte fatte con un telefono cellulare; il progetto rivela una riflessione a posteriori sulle foto postate giorno dopo giorno su Facebook e su Instagram che escludono l’altro perché non lo interpellano per davvero.
Per il pubblico l'attore inondato di luce proveniente dai faretti, invece, è un lucido muro accecante che gli gli spettatori, isolandolo dal mondo reale. I social media creano una Quarta Parete ancor più spessa e ancor più invisibile.
Il soggetto, isolato dal mondo fisico, accecato dalla speranza di avere una voce autonoma, di essere ammirato e ascoltato, lancia messaggi oltre il muro abbagliante della "Quarta Parete". Nell’ultimo anno, foto di sè stesso e l'imbarazzo per l'eventuale motivazione puramente narcisista, il fotografo Massimiliano Tommaso Rezza, ha cominciato a comporre un autoritratto per frammenti allegorici.
Le foto del lavoro sono state tutte fatte con un telefono cellulare; il progetto rivela una riflessione a posteriori sulle foto postate giorno dopo giorno su Facebook e su Instagram che escludono l’altro perché non lo interpellano per davvero.
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