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La precarietà della vita secondo Janine von Thüngen: sculture di carta per "Tempo Trasposto"

  • Palermo delle donne
  • Palazzo Branciforte - Palermo
  • Dal 24 maggio al 9 giugno 2019 (evento concluso)
  • Visitabile il 24 maggio (vernissage) alle 19.00; dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.30
  • 7 euro
Balarm
La redazione

Opera in jesmonite di Janine Von Thungen (part.)

Tedesca di nascita e amante dell'Italia, esponente di una scultura contemporanea colta e concentrata sul rapporto spazio/tempo, in occasione della manifestazione "Palermo delle donne", Janine von Thüngen (Monaco di Baviera, 1964) è protagonista, in Sicilia, della mostra "Tempo Trasposto" fino al 9 giugno

«Ancora una volta, Fondazione Sicilia è lieta di ospitare una mostra di arte contemporanea che sicuramente farà riflettere. Le opere di Janine von Thüngen  – afferma il presidente, Raffaele Bonsignore – affrontano infatti temi assolutamente attuali, come il fluire del tempo, ma anche il rapporto con la natura e la condizione delle donne. Un percorso che non mancherà di suscitare riflessioni e dibattiti».

Le opere dell'artista tedesca sono fatte di tempo e di carta. "Tempo Trasposto", curata da Stefania Morici e Clara Monroy di Giampilieri, è un viaggio che potrebbe bruciare e distruggersi in un istante: e proprio per questo riesce a raccontare in maniera indelebile, la precarietà della vita e l'ineluttabilità del tempo. 
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Per le sculture del suo progetto artistico, esposte al Palazzo Branciforte di Palermo, ha strappato un chilometro e mezzo di carta Washi in migliaia di minuscoli pezzi, sovrapponendoli uno sull'altro. 

La scultura in bronzo, "Doppia eternità" (2018) – sistemata nel grande atrio di accesso al Palazzo -, è stata creata con la stessa matrice in silicone delle opere su carta. Una eterna e pesante. L'altra effimera e leggera che potrebbe bruciarsi.

«Una volta finito, tutto questo tempo potrebbe bruciare facilmente in un attimo, ed essendo carta, il processo sarebbe irreversibile – afferma l'artista -. Non rimarrebbe nulla. Ci dimenticheremmo della sua stessa esistenza, anche perché è bianca. Eterea. Forse le parole devono ancora arrivare alla carta? Immagino che ogni strato di Washi, leggerissima, delicata e trasparente conterrà in futuro una o più segni o parole, frivole o eterne».

Queste due sculture gemelle si guardano attraverso una lastra in ferro Cor-ten formando una coppia che non si unirà mai. 

In esposizione anche tante sculture dinosauri - sistemate dentro l'antico Monte di Pietà, ex banco dei pegni ancora visibile nel Palazzo - che si immergono in un tempo lontano, da cui sono dovute fuggire.

«Il corpo delle opere è fatto di un impasto particolare di cellulosa morbida mischiata a colla e indurenti – spiega Janine von Thüngen -. L'impasto viene pressato tra due forme di silicone, impronte ricavate delle antiche mura di catacombe romane.

Attraverso una lenta essiccazione, l'impasto si indurisce per rivelare degli spessi fogli di carta molto materici che sembrano librarsi nello spazio.

Minuziosamente, con una pazienza da certosina, strato su strato vengono applicati strappi della preziosissima carta giapponese Washi, pregiata, forte, resistente, e al contempo candida, morbida, trasparente ed elegante e, non contenendo lignina, non ingiallirà mai nel tempo». 

«La collaborazione con Fondazione Sicilia permette a "Palermo delle Donne" di presentare un'artista straordinaria che riesce a dare corpo al precarietà - spiega Stefania Morici, curatrice della personale e ideatrice della manifestazione -. Ogni sua scultura è un viaggio all’indietro alla ricerca del Tempo perduto». 

Dopo gli studi compiuti a Monaco di Baviera alla AdSK sotto la guida di Nicolai Tregor (1985-87) e un tirocinio prima nella moda poi nel design del costume e delle scene compiuto nelle maggiori opera houses europee, Janine von Thüngen si è dedicata alla scultura e alle installazioni plastiche in spazi pubblici, in importanti collezioni private e musei oltre che in istituzioni educative e studi di architettura.

Nel 2000, dopo aver soggiornato ad Anversa, New York, Mosca e Parigi, giunge a Roma dove attualmente vive e lavora. Numerose sono le mostre effettuate in quelle città e le sue opere si trovano in collezioni private e musei del Belgio, Germania, Italia e Stati Uniti.
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