La prima palestra del giovane Serpotta: visite all'Oratorio di San Mercurio di Palermo
Un particolare dell'Oratorio di San Mercurio di Palermo
Terrazze, campanili, chiese sconosciute, palazzi privati, giardini, ex fabbriche, manifatture artigiane: sono 130 quest’anno i luoghi che il Festival "Le Vie dei Tesori" apre nei cinque weekend compresi tra il 5 ottobre e il 4 novembre a Palermo, la città Capitale della Cultura 2018 dove la manifestazione è nata nel 2006 e dove è giunta alla sua dodicesima edizione.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
È stato l’esordio, il primo banco di prova per il giovanissimo Giacomo Serpotta: l’Oratorio di San Mercurio, adiacente alla Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, è l’unico rimasto di quellie dificati dalla Compagnia della Madonna della Consolazione in San Mercurio, fondata alla fine del 1500.
È qui che Serpotta, nel 1678, diedeil suo primo assaggio di estro creativo e spiccato talento, recependo la lezione degli apparati decorativi del grande Borromini.
Tra putti giocosi che si rincorrono alle finestre e altri che reggono i simboli di san Mercurio, gli stucchi abbagliano, per quanto non ancora perfetti nelle forme.
Del secondo decennio del ‘700 è la controfacciata dell’oratorio, sulla quale avrebbe lavorato il figlio Procopio. Il pavimento maiolicato è pure del 18esimo secolo.
La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili.
La città si trasforma così in un museo diffuso e narrato, intrecciando storia, arte, mistero e natura, grazie alla rete costituita da oltre cento tra istituzioni, associazioni, partner.
È stato l’esordio, il primo banco di prova per il giovanissimo Giacomo Serpotta: l’Oratorio di San Mercurio, adiacente alla Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, è l’unico rimasto di quellie dificati dalla Compagnia della Madonna della Consolazione in San Mercurio, fondata alla fine del 1500.
È qui che Serpotta, nel 1678, diedeil suo primo assaggio di estro creativo e spiccato talento, recependo la lezione degli apparati decorativi del grande Borromini.
Tra putti giocosi che si rincorrono alle finestre e altri che reggono i simboli di san Mercurio, gli stucchi abbagliano, per quanto non ancora perfetti nelle forme.
Del secondo decennio del ‘700 è la controfacciata dell’oratorio, sulla quale avrebbe lavorato il figlio Procopio. Il pavimento maiolicato è pure del 18esimo secolo.
La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili.
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