La residenza privata e il rapimento del duchino di Amalfi: a Marsala le visite a Palazzo Fici
Palazzo Fici a Marsala (foto di Igor Petyx)
Campanili, palazzi nobiliari, aree archeologiche, chiese nascoste e cripte affrescate: a Marsala approda la manifestazione "Le Vie dei Tesori" nei tre weekend dal 13 al 29 settembre. Una città che va scoperta dai cunicoli alle terrazze sul mare, fino a musei inediti con le loro collezioni (leggi l'articolo di approfondimento).
Apre le porte al pubblico Palazzo Fici, edificio costruito alla fine del XVII secolo dal canonico Giovanni Fici, sicuramente uno dei più importanti esempi di edilizia privata della città.
I Fici nel 1713 ottennero il titolo nobiliare di duca di Amalfi e si trasferirono a Palermo cedendo il palazzo, nel 1834, ad Antonino Ivens, ricco massaro di Marsala. Venduto e passato di mano diverse volte, oggi è di proprietà del Comune di Marsala.
Si racconta che fino al 1863, in una gabbia di ferro nel cortile, era esposta la testa di un “bravo”, capo brigante della “Illustrissima Signora Marchesa della Ginestra di Palermo” che aveva dato ordine ai suoi sgherri di rapire il duchino Don Mario Fici che non si decideva a sposare la figlia, Leonora Reggio, marchesina della Ginestra.
Il matrimonio venne celebrato, ma i colpevoli del rapimento furono processati e la testa del capo brigante, condannato a morte, esposta nel cortile. Dal 2011 Palazzo Fici ospita l’Enoteca comunale.
A Marsala sono 21 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione nei giorni 15 e 29 settembre da Palermo a Marsala, al costo di 15 euro.
Apre le porte al pubblico Palazzo Fici, edificio costruito alla fine del XVII secolo dal canonico Giovanni Fici, sicuramente uno dei più importanti esempi di edilizia privata della città.
I Fici nel 1713 ottennero il titolo nobiliare di duca di Amalfi e si trasferirono a Palermo cedendo il palazzo, nel 1834, ad Antonino Ivens, ricco massaro di Marsala. Venduto e passato di mano diverse volte, oggi è di proprietà del Comune di Marsala.
Si racconta che fino al 1863, in una gabbia di ferro nel cortile, era esposta la testa di un “bravo”, capo brigante della “Illustrissima Signora Marchesa della Ginestra di Palermo” che aveva dato ordine ai suoi sgherri di rapire il duchino Don Mario Fici che non si decideva a sposare la figlia, Leonora Reggio, marchesina della Ginestra.
Il matrimonio venne celebrato, ma i colpevoli del rapimento furono processati e la testa del capo brigante, condannato a morte, esposta nel cortile. Dal 2011 Palazzo Fici ospita l’Enoteca comunale.
A Marsala sono 21 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione nei giorni 15 e 29 settembre da Palermo a Marsala, al costo di 15 euro.
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