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La scultura su carta stampata di Giovanni Leto in esclusiva per gli spazi della Cappella dell'Incoronata

  • Cappella e Loggia dell'Incoronazione - Palermo
  • Dal 6 dicembre 2019 al 5 febbraio 2020 (evento concluso)
  • Visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13.00. Chiuso sabato, domenica e festivi
  • Gratuito
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La redazione

Particolare dell'opera "Eva" di Giovanni Leto

Concepita in esclusiva per gli spazi della Cappella dell'Incoronata di Palermo, l'opera attorno alla quale si dipana il percorso espositivo "Ritratto d'ignoto" di Giovanni Leto a cura di Franco Lo Piparo, dà voce ad una personale e originale interpretazione attraverso le pagine dei quotidiani. 

La carta dei giornali è, infatti, la materia principale della sue opere, arrotolata in strisce, stratificate e poste in relazione al fondo della tela e alle pennellate di colore che spesso ne contornano la spazialità. Un progetto che, come spiega il curatore Franco Lo Piparo «è costruito con la materialità di altri pezzi di mondo che sono essi stessi immagini del mondo».

Le opere, quadri e installazioni, si dispiegano nello spazio espositivo declinando quei concetti che stanno alla base del lavoro di Giovanni Leto – tempo, spazio, forma; materia, energia; memoria, oggetto, segno – ma sempre attraverso l'uso delle carte e delle stoffe arrotolate e fittamente addossate le une alle altre, secondo una pratica artistica, adottata a partire dagli anni ottanta nella serie "Orizzonti", divenuta cifra stilistica dell'artista.
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Tale pratica si evolve negli anni successivi in concrezioni che lievitano e crescono, delineandosi sempre più come oggetti tattili di rinnovata spazialità, oppure iniziano a sfaldarsi, lasciando il posto alla materia pittorica. 

Inoltre, in occasione della mostra viene presentata al pubblico, nello spazio vetrina di Palazzo Belmonte Riso, l'opera "Senza titolo7", donata dall'artista per la collezione permanente del Museo, espressione di quell'evoluzione creativa che criticamente mirava alla qualità della materia allo stato originario e all'idea di un'arte in grado di contraddire la tradizionale bidimensionalità del quadro per conferire all'opera qualità tridimensionali e rinnovate capacità di dialogo con il pubblico. 

Giovanni Leto nasce a Monreale, in provincia di Palermo, nel 1946. La passione per l'arte si manifesta in lui presto, tanto da decidere giovanissimo, d'iscriversi all'Istituto Statale d'Arte e Pittura all'Accademia di Belle Arti di Palermo. Partecipa ad alcune delle mostre collettive che si tengono nel capoluogo, sino a quando, nel 1964, conseguito il diploma di Maestro d'Arte, lascia la Sicilia per frequentare l'Accademia di Brera e consegue il diploma d'Accademia nel 1968.

La sua ricerca pittorica si è sempre fondata su un acuto interesse per i materiali, collocandosi dapprima in ambito informale, poi approfondendo la valenza tattile dei vari materiali impiegati. A partire dagli anni ottanta protagonisti nelle sue opere sono prevalentemente i fogli di giornale attorcigliati manualmente e stratificati sulla superficie della tela.

Nel decennio successivo la sua ricerca si concentra sulla creazione di una differente semantica, volta a coniugare fisicità e spazio, cosicché l'opera lascia la parete e si manifesta nella sua totale tridimensionalità. A questi anni appartengono opere de "Il corpo a corpo con lo spazio della pittura reificata" esposte nella mostra personale a Bagheria, presso la Galleria Ezio Pagano.

Seguono una serie di installazioni cartacee ed opere ambientali, tra le quali "Made in Italy" (2011) esposta alla 54esima Biennale di Venezia, Padiglione Italia, iniziativa speciale per il 150esimo Anniversario dell'Unità d'Italia.

La vita artistica di Giovanni Leto è segnata dalla continua ricerca, di dare alla propria creatività e talento un'espressione, in grado di mostrare e manifestare la realtà nascosta, prima intuita e in seguito analizzata per diventare materia su una tela.

I lavori degli ultimi anni sono composti da opere in cui la carta attorcigliata cede lo spazio ad ampie campiture di colore, come "Corpus temporis": una serie di involucri cartacei che pendono dal soffitto sorretti a mezz'aria da fili di nylon, sospese nel tempo e nello spazio.

Il corpo in balia del tempo: le informazioni contenute nei fogli di giornale si consumano, sbiadiscono parole, eventi e concetti che assumono la valenza dell'Oltre; presenze scarne, spoglie di significati, corpi divenuti prima scheletri e poi polvere che lo spazio assorbe e disperde.

Il curriculum dell'artista è costellato da un'ampia bibliografia e da un corposo elenco di mostre personali e collettive che hanno avuto luogo in Italia e all’estero: Parigi, Berlino, Sydnei, Stoccolma, Helsingborg, Bagdad e New York.
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