"La stanza di O'Tama" di Antonio Giannusa: la video-installazione al museo Pasqualino
Installazione di Antonio Giannusa
"La stanza di O'Tama" di Antonio Giannusa, a cura di Maria Antonietta Spadaro, è la prima tappa del progetto l'"Eterno Effimero", un percorso di video-installazioni in cui le narrazioni dell'artista vivono una loro realtà in dialogo con il luogo prescelto, dove assonanze e dissonanze agiscono rigenerando il passato con gli strumenti della contemporaneità.
"La stanza di O’ Tama", realizzata nel 2017 in occasione dell'esposizione “O’Tama e Vincenzo Ragusa. Un ponte tra Tokyo e Palermo" a Palazzo Sant'Elia come omaggio alla pittrice giapponese O’Tama Kiyohara (Tokyo, 1861-1939), viene riproposta in quanto essa gioca sul movimento di ombre proiettate, secondo un'idea assimilabile al tradizionale teatro orientale delle ombre.
Antonio Giannusa, entra in punta di piedi nei sogni di O’Tama attraverso la sua lieve e delicatissima video-installazione, opera onirica e sensuale al contempo, in cui l’artista sembra essere riuscito a dare reale consistenza ad un sogno. La coinvolgente creazione affascina lo spettatore che può fruire l’opera anche dall’interno.
Il movimento delle sagome proiettate sul cubo bianco, tratte da disegni di O’Tama Kiyohara e accompagnato da musiche orientali, si espande nello spazio circostante grazie al tappeto bianco delle ninfee che sembra far levitare l’intera installazione.
"La stanza di O’ Tama", realizzata nel 2017 in occasione dell'esposizione “O’Tama e Vincenzo Ragusa. Un ponte tra Tokyo e Palermo" a Palazzo Sant'Elia come omaggio alla pittrice giapponese O’Tama Kiyohara (Tokyo, 1861-1939), viene riproposta in quanto essa gioca sul movimento di ombre proiettate, secondo un'idea assimilabile al tradizionale teatro orientale delle ombre.
Antonio Giannusa, entra in punta di piedi nei sogni di O’Tama attraverso la sua lieve e delicatissima video-installazione, opera onirica e sensuale al contempo, in cui l’artista sembra essere riuscito a dare reale consistenza ad un sogno. La coinvolgente creazione affascina lo spettatore che può fruire l’opera anche dall’interno.
Il movimento delle sagome proiettate sul cubo bianco, tratte da disegni di O’Tama Kiyohara e accompagnato da musiche orientali, si espande nello spazio circostante grazie al tappeto bianco delle ninfee che sembra far levitare l’intera installazione.
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