MOSTRE
HomeEventiMostre

Le mode degli anni Cinquanta e Sessanta rievocate con l'arte: a Palermo la mostra "Diario di Anil"

Balarm
La redazione

Un'opera di Olivia Patanella Anil

Si chiama "Diario di Anil" la mostra dal denso significato e dalla decisa forza comunicativa che fino al 19 ottobre è in esposizione alla Josephine Bonì Galleria D'Arte.

Un vero e proprio racconto di vita che l'artista, Olivia Patanella Anil, ha voluto esprimere con l'intensità dei colori, delle luci, con i contrasti cromatici spiccati. Dalle sue opere emergono emozioni, passioni legale alla propria storia, ai propri luoghi, alla propria famiglia.

Anil rievoca, con le sue opere ed un'installazione, la moda degli anni Cinquanta e Sessanta. Una seconda parte del diario artistico celebra la donna in una serie di tele di recente produzione.

Olivia Patanella ha preso parte a diversi eventi espositivi a Genova, Roma, Verona, Palermo, Cefalù, Monreale, Catania. Ha realizzato alcune personali in siti d’arte.

In occasione dell’evento “L’Isola che c’è” presso Villa Castelnuovo (PA) la sua opera “Mediterraneo” è selezionata dal professore Vittorio Sgarbi ed è stata esposta al Teatro Politeama di Palermo in occasione dell’evento “Panorama d’Italia”.

Quale socio dell’UCAI, partecipa alla mostra sulla “Misericordia” di Roma.Ha partecipato a vari contest vincendo il Premio Light di Charm Art a Catania, si aggiudica la partecipazione alla mostra con l’inserimento sul catalogo di Immaginario Unesco a Palermo ed una personale presso la Galleria di Josephine Bonì nell’ambito dell’evento “Dipingere Parole”.

Si classifica ai primi posti nella Biennale di Palermo, viene premiata con le targhe “Premio Antonello Da Messina” e “ART HISTORY”, riceve attestati di merito dai critici d’arte Vittorio Sgarbi e Paolo Levi.
Se vuoi essere informato su altri eventi come questo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.
...e condividi questo articolo sui tuoi social:

COSA C'È DA FARE