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Le opere di Francesco Messina in mostra a Taormina: da Milano arrivano 58 sculture

  • Palazzo Ciampoli - Taormina (Me)
  • Dal 15 aprile al 15 giugno 2019 (evento concluso)
  • Visitabile tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.30
  • Gratuito
  • Per informazioni telefonare ai numeri  0942 51001, 0942 628738
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La redazione

Serie di Cavalli di Francesco Messina esposti alla mostra "Arte Sicilia Contemporanea"

La grande mostra antologica dedicata allo scultore siciliano Francesco Messina (Linguaglossa, 1900), curata da Vera Greco (Direttore del Parco Archeologico di Naxos Taormina), Maria Fratelli (Direttore dello Studio Museo Francesco Messina di Milano) e Diego Cavallaro, che per l'esposizione di Taormina ha progettato concept, allestimenti e contenuti espositivi. è visitabile con ingresso gratuito fino al 15 giugno a Palazzo Ciampoli.

S'intitola "Arte Sicilia Contemporanea, Francesco Messina. Suggestioni ed echi dall'Antica Naxos" e riunisce cinquantotto sculture in prestito dal museo di Milano che ne riunisce la collezione.

Si tratta della terza ed ultima tappa di un progetto artistico nato dalla collaborazione fra i Parchi Archeologici di Naxos-Taormina ed Agrigento e lo Studio Museo Francesco Messina di Milano, dove un anno fa ha preso il via la narrazione comparata dello scultore siciliano, uno dei massimi protagonisti del Novecento, alla continua ricerca di un’armonia formale classica. 
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Concepito come una proposta di dialogo tra passato e presente, il progetto espositivo invita alla comparazione fra l’arte dello scultore e i modelli della cultura antica, selezionati dalle collezioni del Parco.

Le opere sono proposte alla lettura dei visitatori affiancate da reperti archeologici del museo di Naxos, selezionati dalla archeologa Maria Grazia Vanarìa. Insieme alle sculture di Messina, spicca un raffinatissimo inedito: un torso maschile, di età romana (I secolo a.C.), proveniente dalle Naumachie di Taormina e sinora rimasto nei depositi del museo.

Gli altri pezzi in mostra sono statuette femminili di età arcaica (VI secolo a.C.), un busto e una statuetta di età classica (V secolo a.C.), provenienti dall’abitato di Naxos, culla della cultura classica in Sicilia per essere stata la prima colonia greca nell’isola (VIII a.C.) e la più antica città greca dell’occidente.

Le opere milanesi, grandi e piccoli bronzi, consentono di ripercorrere nella sua terra d'origine e nella luce mediterranea cara all'artista, l'intero corpus della sua opera.

L'esposizione è articolata in sette sale. Introdotti dal "Grande Torso Femminile" (bronzo, 1970), seguono sei nuclei tematici. Il primo è quello dei "Ritratti" e fra questi, algido e altero, quello della moglie Bianca Fochessati Clerici (in marmo e in ceramica policroma), dell'amico e conterraneo Salvatore Quasimodo, poeta e premio Nobel per la Letteratura, dell'attrice Anna Maria Ferrero.

Nella sala dei "Nudi", elogio della giovinezza e della bellezza dei corpi femminili. Come "Eva" (monumentale bronzo del 1949, alto ben 190 cm), come il "Grande nudo femminile" (bronzo del 1967) e come le statue di bambini e adolescenti - inverosimilmente immobili - e colti nell'espressione candida e innocente della loro tenera età. 

A seguire con le sale "Canone", "Ballerine" e "Cavalli" è la celebrazione della forza impressa da Messina nella materia: dalla potenza muscolare dei pugili accovacciati, nervi e muscoli in tensione, in attesa febbrile di sferrare un nuovo attacco; alla flessuosa grazia corporea e gestuale del ciclo delle ballerine, con citazioni di grandi étoile della Scala di Milano come Carla Fracci, Liliana Cosi e Aida Accolla che furono sue modelle

E ancora l'indomita energia della serie degli Stalloni: fra questi l’occhio attento del visitatore riconoscerà, in miniatura, una vera icona della tv di stato, quel Cavallo Morente realizzato da Messina nel 1958 per la sede Rai di Roma.

Fra i modellini, in prestito dallo Studio Museo di Milano, figura a Taormina anche lo Stallone ferito, opera appartenente alla città di Catania che proprio vent’anni fa, nel 1999, dedicò a Messina la prima retrospettiva post mortem (dal 2014 collocata fra il verde di piazza Galatea, mentre più avanti in piazza Europa, rivolta al mare, si trova un'altra opera dello scultore, "La Romantica", nella versione in marmo). 

Nato in provincia di Catania, lo scultore Francesco Messina cresce a Genova, dove frequenta i corsi serali presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti.

Dal 1922 inizia ad esporre regolarmente alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia e tra il 1926 e il 1929 prende parte alle mostre organizzate dal Novecento italiano a Milano, città in cui si trasferisce definitivamente nel 1932.

Ottenuta nel 1934 la cattedra di scultura presso l’Accademia di Brera, ne diviene direttore nel 1936, mantenendo la carica sino al 1944.

Sono questi gli stessi anni in cui prende parte alle diverse edizioni della Quadriennale d’arte Nazionale, nonché alle numerose mostre organizzate all’estero dalla Biennale.
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