Lo stretto legame tra istanti ed eternità: scatti di Giuseppe Amenta a Valverde

Particolare di uno scatto di Giuseppe Amenta
Si intitola "L'infinito istante" la mostra fotografica di Giuseppe Amenta, in programma dal 9 maggio al 6 giugno alla Galleria Fiaf del Gruppo Fotografico Le Gru a Valverde (corso Vittorio Emanuele III 214).
L'inaugurazione è fissata per il 9 maggio alle 20.30 e la mostra resta visitabile il mercoledì e venerdì dalle 20.00 alle 22.30 e su appuntamento.
Si vive la vicenda dello sguardo fotografico tra due esperienze sempre tessute tra lo "spazio" e il "tempo".
La prima di queste esperienze (l'infinito) si è sempre tentato di misurarla o, quantomeno, di definirla. In questa impresa si sono cimentati matematici, fisici, filosofi e poeti. Tutti hanno detto cose bellissime, magari difficili ma pur sempre bellissime.
E così è stato per la seconda esperienza, "l'istante" che sembra cosa da niente, da concepire senza difficoltà, da misurare empiricamente con semplicità. Poi, nel misurarlo, si comprende che è arduo tracciarne i confini. E, paradossalmente, i confini tra l'infinito e l'istante erano prossimi, addirittura speculari.
Segni istantanei ed eterni sono nel silenzio di un mimo, nella leggerezza di una bolla, sono i frammenti dei giochi dell'infanzia, le ombre che sposano le geometrie di una piazza, i piedi di un passante tra un cane e una tenda, il fumo che diventa maschera, la fiaba liberty della vecchia villa, la scalata di un bambino lungo l'esperimento dell'arredo urbano, il nuovo sentiero di Pollicino tra le corsie ciclabili, i fantasmi apparsi sulla sabbia, gli immancabili telefonini. Ed altro ancora.
Lo sguardo di Amenta ha raccolto questi "segni" e li ha messi insieme senza una sequenza logica apparente (forse solo il cosiddetto "teatro di strada").
Ma ognuno di questi frammenti ha interessato il suo sguardo con semplice considerazione: non c'è nulla che interessa la vita meglio della vita.
L'inaugurazione è fissata per il 9 maggio alle 20.30 e la mostra resta visitabile il mercoledì e venerdì dalle 20.00 alle 22.30 e su appuntamento.
Si vive la vicenda dello sguardo fotografico tra due esperienze sempre tessute tra lo "spazio" e il "tempo".
La prima di queste esperienze (l'infinito) si è sempre tentato di misurarla o, quantomeno, di definirla. In questa impresa si sono cimentati matematici, fisici, filosofi e poeti. Tutti hanno detto cose bellissime, magari difficili ma pur sempre bellissime.
E così è stato per la seconda esperienza, "l'istante" che sembra cosa da niente, da concepire senza difficoltà, da misurare empiricamente con semplicità. Poi, nel misurarlo, si comprende che è arduo tracciarne i confini. E, paradossalmente, i confini tra l'infinito e l'istante erano prossimi, addirittura speculari.
Segni istantanei ed eterni sono nel silenzio di un mimo, nella leggerezza di una bolla, sono i frammenti dei giochi dell'infanzia, le ombre che sposano le geometrie di una piazza, i piedi di un passante tra un cane e una tenda, il fumo che diventa maschera, la fiaba liberty della vecchia villa, la scalata di un bambino lungo l'esperimento dell'arredo urbano, il nuovo sentiero di Pollicino tra le corsie ciclabili, i fantasmi apparsi sulla sabbia, gli immancabili telefonini. Ed altro ancora.
Lo sguardo di Amenta ha raccolto questi "segni" e li ha messi insieme senza una sequenza logica apparente (forse solo il cosiddetto "teatro di strada").
Ma ognuno di questi frammenti ha interessato il suo sguardo con semplice considerazione: non c'è nulla che interessa la vita meglio della vita.
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