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Memorie di un grande vuoto alla Kalsa: "Terra Vacua" ripercorre la storia prima del Sacco di Palermo

  • Biblioteca Comunale centrale di Casa Professa - Palermo
  • Dal 8 al 26 novembre 2019 (evento concluso)
  • Visitabile lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 8.30 alle 13.30; mercoledì dalle 8.30 alle 17.30. Chiuso sabato, domenica e lunedì
  • Gratuito
Balarm
La redazione

Archivio di Stato, Fondo Enti Religiosi Soppressi, convento di Sant'Anna la Misericordia

All'interno della Biblioteca Comunale di Casa Professa, nell'aula della chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano, è possibile ammirare dall'8 al 26 novembre la mostra documentaria "Terra Vacua", organizzata dall'associazione Genius Loci Palermo, dall'Istituto Secondario "Damiani Almeyda-Crispi" e dal Sistema Bibliotecario, Spazi Etnoantropologici e Archivi Cittadini del Comune di Palermo.

L'esposizione ripercorre le vicende urbanistiche dello spazio vuoto che si trova oggi alle spalle della chiesa della Magione e illustra la storia dell'area a partire dalla sua urbanizzazione avvenuta in epoca rinascimentale fino alla sua distruzione conseguente al "Sacco di Palermo" e tristemente conosciuto come il piano di Lima e Ciancimino.

Un vuoto non solo fisico ma anche di memoria, che la mostra intende colmare attraverso documenti inediti che sono stati alla base della ricerca pubblicata nel 2018 nel volume "Quando le sedie erano volanti", tratti dall'Archivio di Stato, dall'Archivio Storico Comunale, dagli archivi fotografici di Dante e Giuseppe Cappellani, Enzo Brai e Sergio Casisa.

La mostra offre ai visitatori la visione di un modello tridimensionale che ricostruisce lo stato del quartiere nel 1850, due brevi video documentari, uno dei quali consiste nell'intervista ad un testimone che assistette, appena adolescente, alla demolizione del quartiere, da preziosi disegni della metà dell'Ottocento esposti in originale e da numerose tavole esplicative illustrate da grafici e fotografie d'epoca.

La chiesa dei Santi Crispino e Crispiniano, che apparteneva alla maestranza degli Scarpari, è pressoché sconosciuta ai palermitani nonostante sia un luogo colmo di storia letteralmente stratificata, tanto da permettere ai visitatori di ammirare sotto i loro piedi anche i resti ipogei di un edificio religioso di epoca Normanna.
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