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Creature indifese nella mostra personale “Zucchero & Catrame” di Momò Calascibetta

  • Spazio Gucciardello, via Cavour 32 - Vittoria (Rg)
  • Dal 16 al 25 giugno 2017 (evento concluso)
  • Visitabile da martedì a sabato dalle 19.00 alle 23.30
  • Gratuito
Balarm
La redazione
Lo Spazio Gucciardello di Vittoria, in occasione della decima edizione del "Vittoria Jazz Festival", ospita la mostra personale di Momò Calascibetta dal titolo “Zucchero & Catrame” a cura di Luciano D'Amico che, con una selezione di quaranta opere storiche tra dipinti, disegni e sculture, illustra i temi e i linguaggi cari all'artista, da sempre attento alla ricerca psicologica svelando l'inconscio, le pulsioni e i sentimenti dell'animo umano.

Oggetto della sua attenzione per un relativo periodo storico è stata quella fetta di creature umane più indifese, più deboli e innocenti: in mostra infatti il ciclo di lavori inediti de "i bambini sulle strade del mondo" (anni 2004/2006): quei bambini di zucchero, prodotto dei trafficanti di morte che dopo 10 anni attraverseranno il nostro Mediterraneo per sbarcare in Sicilia con le loro madri bambine.

Il pittore Momò Calascibetta nel suo processo creativo parte dall'uomo e all'uomo torna con vera pietas mettendone in evidenza la salute o la follia mentale. La lente del suo occhio d’artista, ingrandita ed esacerbata, coglie il male che la società opulenta dell’occidente cova.

Calascibetta non sfugge a quella dolorosa analisi critica che trova e scopre nella natura stessa dell’uomo la sua infinita sete di potere e di ricchezza, produttrice di miseria e di fame, di ingiustizia e follia. I personaggi di potere che analizza, portano in sé i semi del bene e del male. Divorano con cupidigia il futuro dei loro popoli e accettano di lasciare scorrere catrame nei vasi sanguigni dei loro cervelli.

L'artista sa che le crisi economiche e le guerre sono premeditate, gestite e volute dai paesi opulenti e mai sazi e così, con la potenza della sua matita e del suo colore, rende visibili gli umili diseredati e affamati in attesa che i potenti, superbi oltre la tracotanza, vengano rovesciati dai loro troni senza aspettare l'Apocalisse.
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