Melluso e Chiaramonte: architettura e fotografia nella mostra "Tra terra e cielo"
L'architettura di Vincenzo Melluso nella fotografia di Giovanni Chiaramonte, nei suggestivi spazi della Cappella dell’Incoronazione dal 9 fino al 30 settembre. Una iniziativa promossa dal Polo Museale Regionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, sotto l'egida dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia, che indaga il rapporto tra paesaggio mediterraneo e architettura contemporanea.
La mostra "Tra terra e cielo", attraverso la ricerca dell’architetto siciliano Vincenzo Melluso, vuole offrirsi come utile occasione per un confronto sugli strumenti e le modalità che dovrebbero essere alla base per ogni trasformazione adeguata al paesaggio antropizzato.
L'esempio scelto, un’opera realizzata nella campagna della Valle d'Itria, descrive in modo esemplare i temi in questione grazie anche alle straordinarie immagini frutto dell’attenta lettura di Giovanni Chiaramonte, fotografo tra i più apprezzati in Italia e all’estero.
«Il fatto è che - continua l'architetto Biancucci - trascinati sempre più in un vortice di informazioni che quasi mai costruiscono cultura, tornare a parlare di architettura e paesaggio come materia di arte contemporanea, vuol dire proporre la condivisione di un'esperienza capace di portare nuovamente l’attenzione su un campo di valori determinante. La casa nel paesaggio infatti legge e amplifica il luogo. Lo migliora perché ne rende evidenti le caratteristiche [...]».
La mostra "Tra terra e cielo", attraverso la ricerca dell’architetto siciliano Vincenzo Melluso, vuole offrirsi come utile occasione per un confronto sugli strumenti e le modalità che dovrebbero essere alla base per ogni trasformazione adeguata al paesaggio antropizzato.
L'esempio scelto, un’opera realizzata nella campagna della Valle d'Itria, descrive in modo esemplare i temi in questione grazie anche alle straordinarie immagini frutto dell’attenta lettura di Giovanni Chiaramonte, fotografo tra i più apprezzati in Italia e all’estero.
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«Proporre un’esposizione dedicata alla costruzione del paesaggio - spiega il curatore Antonio Biancucci - in un momento contraddistinto dall’attenzione verso la cura dei luoghi, e dalla tutela dell’esistente, dopo anni di edificazione non sempre contraddistinta da bellezza e qualità, può apparire forse provocatorio».«Il fatto è che - continua l'architetto Biancucci - trascinati sempre più in un vortice di informazioni che quasi mai costruiscono cultura, tornare a parlare di architettura e paesaggio come materia di arte contemporanea, vuol dire proporre la condivisione di un'esperienza capace di portare nuovamente l’attenzione su un campo di valori determinante. La casa nel paesaggio infatti legge e amplifica il luogo. Lo migliora perché ne rende evidenti le caratteristiche [...]».
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