Il museo Casuccini - gli Etruschi a Palermo

La Collezione Casuccini, acquistata nel 1865 dal Regio Museo di Palermo, allora in via di costituzione e alla ricerca di una sede, è senz'altro una delle più importanti raccolte di materiali etruschi esistenti in Italia e comprende circa 10.000 reperti.
Nel XIX secolo essa costituiva a Chiusi un vero e proprio museo: il “Museo Casuccini”, fondato da Pietro Bonci Casuccini e aperto al pubblico nel 1829 con i materiali rinvenuti nel corso degli scavi condotti nelle sue vaste proprietà. Conservata dal 1869 nell'attuale sede del Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas, la Collezione Casuccini rappresenta una parte importante ed estremamente significativa dal punto di vista storico-culturale del patrimonio archeologico della città di Palermo, sia per la qualità di molti dei suoi reperti, sia perché offre una testimonianza completa e omogenea della produzione artistica dell'antica Clusium. Il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas, il cui nucleo originario si era formato a partire dal 1814 come Museo dell'Università di Palermo, contiene uno straordinario patrimonio culturale che copre un periodo compreso tra il paleolitico e l'età moderna.
A seguito del restauro dell'edificio, attualmente in corso, è stato progettato un nuovo ordinamento scientifico delle raccolte archeologiche e artistiche, con l'intento di illustrare con chiarezza il processo di formazione del Museo – nato dall'aggregazione di collezioni diverse per natura e provenienza – e di offrire una panoramica ampia e cronologicamente accurata della storia della Sicilia occidentale attraverso le sue testimonianze archeologiche più importanti.
Questa mostra costituisce una sorte di “prova generale” della nuova presentazione al pubblico della Collezione etrusca, prima dell'esposizione definitiva all'interno del Museo Salinas. Nella sezione introduttiva sono presentati documenti di archivio e alcuni libri appartenenti alla biblioteca del Museo Salinas editi tra il XVIII e il secolo scorso, che si riferiscono alla “scoperta” dell'arte etrusca. Il percorso espositivo si snoda in sequenza cronologica.
Esso prende avvio dalla testa di canopo, testimonianza delle prime usanze funerarie dell'Etruria settentrionale interna. L'itinerario prosegue con la scultura funeraria arcaica, le ceramiche figurate importate dalla Grecia e altre prodotte in Etruria. Spiccano la kylix bilingue del Pittore di Andokides e l'oinochoe in bucchero pesante raffigurante il mito di Perseo e Medusa.
La sezione arcaica si chiude con i reperti rinvenuti nel tumulo di Poggio Gaiella, che la tradizione associa al re Porsenna: si segnalano l'imponente monumento circolare a gradini e la statua-cinerario nota come Plutone. Dopo alcune testimonianze di età classica, sono esposti gli specchi finemente incisi e altri oggetti in bronzo e in avorio. Segue un'ampia selezione di materiali di età ellenistica, con i sarcofagi decorati a rilievo e le numerose urne in alabastro, travertino e terracotta.
Alla fine del percorso un pannello illustra gli interventi di restauro più significativi. L'esposizione si chiude con una sezione dedicata al Museo Archeologico di Palermo, alla storia della sua formazione, alla figura di Antonino Salinas e ai lavori di restauro che interessano attualmente l'edificio.
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