Paolo Canevari all'Oratorio di San Mercurio: seconda edizione di "Sacrosanctum"
											Oratorio di San Mercurio a Palermo
					Prosegue con Paolo Canevari la seconda edizione di "Sacrosanctum" all'oratorio di San Mercurio di Palermo, a cura di Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto, e sostenuta e organizzata dall'associazione Amici dei Musei Siciliani. 
Traendo spunto da un immaginario culturale condiviso, Canevari incrocia simboli e icone della cultura contemporanea con momenti di riflessione storico-politica di ampio respiro globale. Le sue opere, dal forte impatto visivo, si aprono a una riscrittura non convenzionale del quotidiano, in bilico tra recupero di memoria e propensione all'effimero.
Formatosi in ambito scultoreo, Paolo Canevari considera la sua opera come un processo per convertire lo stato passivo della mente in atto energetico, creativo. Tra il 1989 e 1990 vive a New York dove allestisce le prime mostre, tra cui la prima personale "Rocce".
Fin dai primi anni '90 predilige come materiale d’impiego la gomma delle camere d'aria e degli pneumatici, sviluppando un linguaggio personale in grado di riconnettere le immagini simbolo del quotidiano a un tessuto sociale e a una coscienza storico-politica di respiro universale.
Negli stessi anni espone in svariate collettive e dal 2011 dà avvio alla serie "Monumenti alla Memoria", una ricerca basata sui linguaggi tradizionali dell’arte e sul rapporto che intercorre tra opere e memoria collettiva. I suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private.
				
									Traendo spunto da un immaginario culturale condiviso, Canevari incrocia simboli e icone della cultura contemporanea con momenti di riflessione storico-politica di ampio respiro globale. Le sue opere, dal forte impatto visivo, si aprono a una riscrittura non convenzionale del quotidiano, in bilico tra recupero di memoria e propensione all'effimero.
Formatosi in ambito scultoreo, Paolo Canevari considera la sua opera come un processo per convertire lo stato passivo della mente in atto energetico, creativo. Tra il 1989 e 1990 vive a New York dove allestisce le prime mostre, tra cui la prima personale "Rocce".
Fin dai primi anni '90 predilige come materiale d’impiego la gomma delle camere d'aria e degli pneumatici, sviluppando un linguaggio personale in grado di riconnettere le immagini simbolo del quotidiano a un tessuto sociale e a una coscienza storico-politica di respiro universale.
Negli stessi anni espone in svariate collettive e dal 2011 dà avvio alla serie "Monumenti alla Memoria", una ricerca basata sui linguaggi tradizionali dell’arte e sul rapporto che intercorre tra opere e memoria collettiva. I suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche e private.
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