"Sacrosanctum": quarto appuntamento con l’opera dell’artista svizzera Sylvie Fleury

Oratorio di San Mercurio a Palermo
Giunge al quarto appuntamento la seconda edizione di "Sacrosanctum", curata da Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto, e organizzata e sostenuta dall’associazione Amici dei Musei Siciliani, ente no profit da anni impegnato nella tutela e nella pubblica fruizione di siti monumentali altrimenti di difficile accessibilità, mette in mostra l’opera dell’artista svizzera Sylvie Fleury, nella cornice dell'Oratorio di San Mercurio.
In rapporto diretto con le contraddizioni della società dei consumi, la ricerca di Sylvie Fleury ammicca da una parte ai ready-made di Duchamp, dall’altra agli oggetti seriali di Warhol, rievocati e filtrati attraverso un immaginario glamour tipico delle fashion magazine.
Il make up, le griffe, la fascinazione ipnoide esercitata dai beni di lusso, si configurano come il nuovo credo della contemporaneità, un dogma incontrovertibile nato da un processo di mercificazione che dall’oggetto è giunto all’individuo, in constante ricerca dell’autorealizzazione del Sé.
Ad essere messa in scena è la mitizzazione del quotidiano, un processo che permette al singolo - comune e ordinario - di aspirare ad aspetto e capacità straordinarie. È il potere icastico del marchio, del logotipo, dello stereotipo, in altri termini della semplificazione, linfa vitale della Pop Art e deduzione di disarmante attualità.
In rapporto diretto con le contraddizioni della società dei consumi, la ricerca di Sylvie Fleury ammicca da una parte ai ready-made di Duchamp, dall’altra agli oggetti seriali di Warhol, rievocati e filtrati attraverso un immaginario glamour tipico delle fashion magazine.
Il make up, le griffe, la fascinazione ipnoide esercitata dai beni di lusso, si configurano come il nuovo credo della contemporaneità, un dogma incontrovertibile nato da un processo di mercificazione che dall’oggetto è giunto all’individuo, in constante ricerca dell’autorealizzazione del Sé.
Ad essere messa in scena è la mitizzazione del quotidiano, un processo che permette al singolo - comune e ordinario - di aspirare ad aspetto e capacità straordinarie. È il potere icastico del marchio, del logotipo, dello stereotipo, in altri termini della semplificazione, linfa vitale della Pop Art e deduzione di disarmante attualità.
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